Caso Ilva, il cardinale Bagnasco: il decreto sblocca una situazione drammatica
“Mi interessa far ripartire l’azione di risanamento e mi auguro che nessuno si opponga
a questo obiettivo”. Così, il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, interpellato
a proposito di un’eventuale azione della magistratura contro il decreto legge sull’Ilva,
firmato lunedì dal presidente Giorgio Napolitano. L’Associazione nazionale magistrati
parla di conflitto tra diritti. Il cardinale Angelo Bagnasco sottolinea che il decreto
sblocca una situazione drammatica. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Per il presidente
dell'Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, “si è creata una situazione
negli anni intollerabile”. “Più che conflitto tra poteri – sottolinea - si è creato
un conflitto tra due diritti costituzionali, lavoro e salute”. Intanto, i legali dell‘Ilva
hanno depositato alla Procura di Taranto due istanze chiedendo, in base al decreto
legge firmato dal presidente Napolitano, di rientrare in possesso degli impianti sequestrati
e anche del prodotto finito e semilavorato, sequestrato lo scorso 26 novembre. Sul
decreto legge, che consente allo stabilimento siderurgico di Taranto di continuare
a produrre con uno stretto monitoraggio sulle emissioni nocive, esprime apprezzamento
anche il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. “Questo atto del capo
dello Stato – spiega il porporato - permette di sbloccare una situazione che era sempre
più drammatica, tragica per decine di migliaia di persone, preoccupate per il lavoro
e, allo stesso tempo per la salute propria, dei loro figli e delle loro famiglie”.
Sul decreto legge firmato dal presidente Napolitano, Amedeo Lomonaco
ha raccolto il commento del portavoce dell’arcidiocesi di Taranto, don Emanuele
Ferro:
R. –E’ un passo
importante e sicuramente è un punto fermo in tutta la questione della vicenda Ilva.
Però ci tengo a sottolineare che è un punto di partenza. Ovviamente qui a Taranto
non si respira un’aria particolarmente entusiasta, specie nel fronte cosiddetto ambientalista,
che insieme con la magistratura fra le pieghe del decreto individua qualche punto
incostituzionale. C’è il rischio di un ricorso importante da parte della magistratura
tarantina. Spero che non sia così, ma che si arrivi ad una forma di collaborazione,
altrimenti ci sarebbe una specie di corto circuito.
D. – Il decreto legge è
dunque un punto di partenza che tende ad un equilibrio tra il diritto alla salute
e quello al lavoro...
R. – Finalmente si riescono a salvaguardare i diritti
e si mette alle strette un’azienda che fino ad adesso è sembrata particolarmente distratta
rispetto a quelle tematiche ambientali. Io credo che si sia messo da parte quel rischio
molto angosciante di una disoccupazione di massa che avrebbe reso l’emergenza sociale
molto grave nell’imminenza, però il discorso ambientale comunque va monitorato e salvaguardato
con particolare rigore.