Il Papa alla gente del circo: la Chiesa è pellegrina come voi, conservate i vostri
valori
Incontro inedito e festoso, ieri in Aula Paolo VI. Benedetto XVI ha ricevuto in udienza
la gente dello spettacolo viaggiante, oltre settemila persone provenienti da tutto
il mondo. Un evento, promosso dal dicastero per i Migranti e gli Itineranti, che ha
dato la possibilità al Papa di rinnovare la sua vicinanza ai circensi. La Chiesa,
ha detto il Papa, è pellegrina come voi e vi invita a collaborare nell’impegno della
nuova evangelizzazione. Il discorso del Pontefice è stato preceduto dall’indirizzo
d’omaggio del cardinale Antonio Maria Vegliò, da alcune testimonianze e da uno spettacolo
di alcuni artisti presenti all’udienza. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Per una mattinata,
si è vissuta in Vaticano l’atmosfera festosa di un circo: la gioia, lo stupore, il
ritornare bambini dinnanzi ad uno spettacolo che lascia a bocca aperta ha pervaso
l’Aula Paolo VI. Far sorridere grandi e piccoli è proprio la “missione” della gente
del circo, ma dietro quest’arte c’è sempre una vita di sacrificio e non poche volte
di difficoltà. Il Papa ha incontrato i circensi - come gli altri artisti dello spettacolo
viaggiante - proprio con questo spirito di riconoscimento del loro duro lavoro e di
valori – l’amore per la famiglia, la cura dei più deboli e la valorizzazione degli
anziani – che ancora sono radicati nella loro esperienza. Un riconoscimento che è
stato molto apprezzato, come ha testimoniato David Degli Innocenti, esercente
di un luna park italiano:
“Molti si soffermano al momento dell’esibizione
e del divertimento, dimenticando la fatica e gli sforzi che lo precedono e la mancanza
di punti saldi che la nostra vita comporta. È per questo, Santo Padre, che Lei oggi
ci rinfranca lo spirito e ci riscalda il cuore, poiché ci sentiamo accolti e amati,
sentendo riconosciuto il nostro sacrificio”.
I vostri mestieri ha detto,
appunto, il Papa “richiedono rinuncia e sacrificio, responsabilità e perseveranza,
coraggio e generosità: virtù che la società odierna non sempre apprezza, ma che hanno
contribuito a formare, nella vostra grande famiglia, intere generazioni”. Benedetto
XVI ha così indicato quei tratti che contraddistinguono il mondo dello spettacolo
viaggiante:
“Nel vostro ambiente si conserva vivo il dialogo tra le generazioni,
il senso dell’amicizia, il gusto del lavoro di squadra. Accoglienza e ospitalità vi
sono proprie, così come l’attenzione a dare risposta ai desideri più autentici, soprattutto
delle giovani generazioni”.
Il Papa ha, quindi, sottolineato che, anche
nel mondo circense, “si rende necessaria una nuova evangelizzazione” e li ha esortati
a testimoniare i valori del Vangelo, specie di fronte alle difficoltà della vita e
alle “tentazioni della sfiducia”. La Chiesa, ha detto ancora, è “pellegrina come voi
in questo mondo” e vi “invita a partecipare alla sua missione divina attraverso il
vostro lavoro quotidiano”. Il Papa non ha poi mancato di soffermarsi sui numerosi
problemi legati alla condizione itinerante, dall’istruzione dei figli ai permessi
di soggiorno per GLi stranieri:
“Mentre auspico che le Amministrazioni pubbliche,
riconoscendo la funzione sociale e culturale dello spettacolo viaggiante, si impegnino
per la tutela della vostra categoria, incoraggio sia voi sia la società civile a superare
ogni pregiudizio e ricercare sempre un buon inserimento nelle realtà locali”.
D’altro
canto, il Papa non ha mancato di segnalare alcuni problemi nella vita di fede della
gente del circo, dovuta alla vita itinerante che non permette la regolare partecipazione
alla catechesi e al culto divino:
“Auspico che possiate trovare, presso
le comunità in cui sostate, persone accoglienti disponibili, capaci di venire incontro
alle vostre necessità spirituali”.
Tuttavia, è stato il suo invito, “non
dimenticate però che è la famiglia la via primaria di trasmissione della fede”. Le
vostre famiglie, ha concluso il Papa, “siano sempre scuole di fede e di carità, palestre
di comunione e di fraternità”.
Ascoltiamo, al microfono di Fabio Colagrande,
le testimonianze di alcuni artisti del circo presenti oggi in Vaticano:
R.
– Sono Sabrina Dell’Acqua della dinastia circense dei Dell’Acqua. Ho portato
qui i miei due bambini. Siamo artisti e vogliamo far vedere al mondo che ci siamo
anche noi. Ultimamente ci sono molte voci negative nei nostri confronti. Noi siamo
semplici lavoratori, molto fortunati, perché facciamo questo lavoro con grande passione.
Ma spesso siamo emarginati. Abbiamo, infatti, problemi con le piazze, ma non ne discutiamo
qui stamani, perché per noi è una festa stupenda. Venire qui in Vaticano, vedere un
tendone del circo montato in Piazza San Pietro, la Piazza più famosa del mondo, ci
rende stracontenti. Io faccio la trasformista e quindi mi cambio di vestito velocemente.
Lavoro assieme ai miei bambini, che sono i più piccoli trapezisti.
D. – Una
vita di sacrifici, ma anche di grandi soddisfazioni immagino?
R. – Sì, indubbiamente.
Ogni salto mortale che viene fatto in maniera perfetta ha dietro mesi di preparazione.
Quando ci riusciamo è un grande successo.
D. – La dimensione spirituale, l’interiorità,
fa parte della famiglia del circo?
R. – Soprattutto, ci mancherebbe altro.
Dio è presente in ogni cosa che facciamo, appena ci svegliamo la mattina. Nei nostri
tendoni viene celebrata la Messa. La prima cosa per i nostri bambini è il Battesimo,
poi la Comunione, la Cresima, il Matrimonio. Siamo molto, molto credenti.
R.
– Appartengo al Circo Medrano, famiglia Tucci. Sono Giada Minetti, trapezista
ed equilibrista. E’ una cosa fantastica. E’ stata la prima volta ed è stata una cosa
molto, molto bella. Viva il circo!
D. – Quali sono le difficoltà della vostra
arte, del vostro lavoro?
R. – Ci sono molte difficoltà, ma soprattutto molte
soddisfazioni. Quando vediamo sorridere i bambini che vengono a vedere lo spettacolo
è una felicità anche per noi.
D. – La dimensione spirituale fa parte del lavoro
della gente del circo?
R. – Diciamo che è la prima cosa. Prima di iniziare
uno spettacolo, un numero, noi ci affidiamo a Dio.
R. – Io sono del Circo
Orfei e siamo qui a questa manifestazione, che rappresenta una cosa positiva per
il circo.
D. – E’ vero che c’è una grande solidarietà fra la gente del circo?
R.
– Certo. I valori della vita sono ancora molto fermi e ferrei nel nostro mondo.
D.
– Il senso della famiglia è molto forte?
R. – Esatto. Il senso della vita,
il valore della famiglia, della fratellanza, dello scambio, dell’aiuto.
D.
– Vi sentite a volte emarginati come lavoratori del circo?
R. – No. Siamo parte
integrante del mondo.
D. – Tu come ti chiami?
R. – Michael e
sono il più giovane trapezista al mondo.
D. – Qual è la tua specialità come
trapezista?
R. – Triplo salto mortale e doppio salto mortale in avvitamento.
D.
– Quali sono i problemi della vostra attività artistica?
R. – Devi sempre fare
allenamenti. Nelle piazze ci sono molti problemi a volte. E’ la vita del circo, ma
a noi piace così com’è.