Egitto. Migliaia in piazza a sostegno di Morsi per la firma della Costituzione con
la Sharia
L'Alta Corte costituzionale egiziana ha rinviato l'udienza in cui avrebbe dovuto esaminare
oggi la legalità della commissione costituente - dominata dagli islamici - che ha
redatto la contestata bozza di Costituzione. Stamani davanti alla sede della Corte
si erano radunati centinaia di sostenitori del presidente Mohamed Morsi: molti di
loro hanno passato la notte davanti all'edificio per impedire l'accesso ai giudici.
Ieri al Cairo come in altre città sono scesi in piazza per dar vita a una manifestazione
in appoggio al presidente Mohammed Morsi che in serata ha ricevuto il testo della
nuova Costituzione che accoglie i principi della legge islamica, la Sharia. Ma non
si è interrotto, intanto, il sit-in degli oppositori dei partiti laici e liberali
che sono in piazza Tahrir dal 23 novembre scorso. Si tratta della più grave crisi
in Egitto, dopo le elezioni del giugno scorso in cui salì al potere Mohammed Morsi,
in un Paese che appare sempre più diviso. Dei passi indietroche il nuovo testo
di Costituzione segnerebbe per il Paese Fausta Speranza ha parlato con il
prof. Claudio Lo Jacono, direttore della rivista Oriente moderno:00:03:35:02
D.
- E’ aumentato il riferimento alla Sharia, che è l’insieme delle norme del Corano
e di quelle della tradizione che si riferiscono innanzitutto a Maometto, ma anche
ad alcuni subito dopo di lui. Questo riferimento esisteva già nella Costituzione egiziana
- già all’epoca di Mubarak - diciamo dell’Egitto più laico di quello che oggi noi
possiamo giudicare, vedendo la vittoria dei Fratelli musulmani e della presidenza
Morsi. L’aumento ci sarà sicuramente, bisogna vedere in quali campi si renderà possibile
l’applicazione della norma sharaitica, perché possiamo immaginare delle cose orripilanti
– la lapidazione per l’adultero o per l’apostata... – ma, possiamo anche immaginare
una serie di norme che sono molto più ragionevoli nella Sharia e che corrispondono
un po’ a quelli che sono i sentimenti di giustizia universali. La Sharia ed il Corano
fanno riferimento anche a delle cose molto nobili.
D. – C’è un distacco tra
questa politica che procede con il decreto presidenziale e questo testo costituzionale
e il sentire della gente…
R. – Certo. Per esempio, se questo va ad invalidare
una serie di conquiste, che l’Egitto ha realizzato in passato, già all’epoca di Sadat,
come ad esempio, per la condizione della donna c’era una legislazione estremamente
avanzata rispetto a quasi tutto il resto del mondo islamico. Se si mettono, quindi,
in discussione certi valori, che noi oggi definiamo di civiltà, questo non può che
provocare una reazione forte di tutta la parte dell’Egitto che pur essendo musulmana
non si riconosce nei valori più estremi dell’Islam politico, come quello rappresentato
dai Fratelli musulmani.
D. – Parliamo di donne, ma anche di minoranze...
R.
– Tutto ciò riguarda anche le minoranze. Se si parla di copti, minoranze per modo
di dire, perché non sono mai stati fatti dei censimenti, perché c’è sempre stata paura
a rivelare quali potessero essere le forze del cristianesimo copto in Egitto. Si parla,
senz’altro, di più di 10 milioni e non hanno mai rappresentato una minoranza né nel
dibattito né nel gioco politico egiziano. Bisogna ricordare che l’Egitto, dall’epoca
di Mehmet ’Ali, che era un musulmano, ha sempre avuto grandi personaggi cristiani
nell’amministrazione dello Stato. La stessa rivoluzione del ’19, una delle più nobili
rivoluzioni dell’Egitto, ha visto insieme musulmani e cristiani. In qualche modo li
ha visti anche durante la cosiddetta “Primavera”: c’erano segni di lavoro comune da
fare.
D. – Vogliamo ricordare, comunque al di là di tutto, l’importanza di
questo voto della Costituzione visto che c’è una sorta di vuoto, di limbo in questo
momento politico in Egitto, dal punto di vista proprio costituzionale...
R.
– Una Camera che è stata sciolta, un’altra che ancora va un po’ avanti; dovrà, in
qualche modo, essere colmato questo vacuum. In questo momento, l’assemblea
costituente sta svolgendo un compito per il quale si erano impegnati tutti quelli
che manifestavano contro Mubarak. Si tratta di una nuova Costituzione, in un Paese
che sta in una fase di lunga transizione, che probabilmente non finirà prima del riassetto
completo di quelli che sono gli organi costituzionali, con una nuova Costituzione,
sicuramente un po’ formalmente più islamica. Bisogna vedere questo “un po’ più” se
va a toccare, appunto, valori imprescindibili della civiltà universale, non soltanto
di una parte del mondo; valori relativi per esempio all’uguaglianza anche tra i sessi,
dal punto di vista giuridico-politico. L’Egitto, in questo momento, è in una fase
non stabile, di grande trasformazione: può andare verso il meglio o può andare verso
il peggio, ma questo ce lo dirà soltanto il tempo.