Nigeria. Il vescovo di Sokoto: gli attacchi anticristiani indeboliscono lo Stato di
diritto
La mancanza di una volontà politica che faccia cessare l’impunità e imponga il rispetto
della legge, la corruzione del sistema giudiziario e le interferenze destabilizzanti
di Europa e Stati Uniti sono tra le cause delle persecuzioni dei cristiani in Africa.
Lo afferma mons. Matthew Hassan Kukah, vescovo di Sokoto (nord della Nigeria) e Presidente
della Commissione per il dialogo inter-religioso della Conferenza episcopale nigeriana,
nella sua prolusione intitolata “La persecuzione dei cristiani in Africa: contesti,
contenuti e opportunità”, al Convegno “I Martiri cristiani contemporanei ‘Seme della
Chiesa’” tenutosi presso l’Università cattolica di Notre Dame, negli Stati Uniti.
Secondo quanto riferisce il Catholic News Service of Nigeria ripreso dall'agenzia
Fides, mons. Kukah ha espresso prudenza nel qualificare come persecuzioni contro i
cristiani quello che sta avvenendo in Nigeria, in particolare gli attentati attribuiti
alla setta islamista Boko Haram. “Personalmente ho serie riserve sul fatto che si
possa classificare quello che sta accedendo in Nigeria come persecuzione contro i
cristiani, per lo meno nel modo in cui questa conferenza inquadra il problema. Per
di più, sembra essere troppo frettoloso attribuire il martirio alle vittime e non
si rende giustizia alla teologia del martirio come la intendiamo”. Secondo mons. Kukah,
gli attentati contro le chiese commessi da Boko Haram sono soprattutto una conseguenza
dell’indebolimento dello Stato, più che una dimostrazione dei veri rapporti tra cristiani
e musulmani in Nigeria: “Non bisogna confondere le manifestazioni visibili delle gravi
mancanze di uno Stato in via di fallimento, con la sua incapacità di fermare e punire
i criminali, come misura dello Stato delle relazioni tra cristiani e musulmani come
spesso accade nel caso della Nigeria”. La soluzione alla crisi nigeriana, secondo
mons. Kukah, passa quindi con un rafforzamento dello Stato di diritto, del potere
della legge, attraverso soprattutto la lotta alla corruzione, una della cause maggiori
della povertà della popolazione di un Paese ricco di risorse, che a sua volta alimenta
l’estremismo religioso. (R.P.)