Why poverty? Sant'Egidio, amicizia, non beneficenza
"Non è gente da
scartare. La persona è sempre persona e ognuno ha la sua dignità". Ruggiero, romano,
ex senza-tetto, oggi volontario con la Comunità di Sant'Egidio, esprime questa verità
con la semplicità e la profondità di chi ha sperimentato sulla propria pelle povertà,
solitudine e sofferenza. "Con i volontari della Comunità trasteverina - ci racconta
- si è creato un sentimento di amicizia e fratellanza". "I giovani sono attratti
in Comunità dai servizi che forniamo ai senza fissa-dimora - racconta Guglielmo
Tuccimei, tra i responsabili del Centro di accoglienza di via Anicia - perché
sono conquistati da questa umanità, da questo servizio vissuto non come un gesto da
benefattore a beneficato, ma da un amico a un altro amico". Al Centro di via Anicia,
oltre a offrire un pacco con i generi alimentari e l'assistenza sanitaria, si organizzano
colloqui orientativi che riguardano le pensioni, l'assistenza sanitaria e soprattutto
il lavoro". Attenzione, però, i senza-tetto non sono gli stessi di 24 anni fa, quando
il centro e la mensa di via Dandolo furono inaugurati. "Al barbone, sporco e stracciato,
che andava in giro con il cappottone e la busta, si sono sotituite persone che mantengono
la loro dignità, anche grazie ai tanti servizi offerti dalla capitale. Il nostro vicino
di autobus, o la persona che passeggia accanto a noi, potrebbe essere un senza fissa
dimora". "Oggi - racconta Tuccimei - aumentano le famiglie stremate dalla tempesta
della crisi economica che vengono da noi per cercare uno scoglio dove rifiatare e
ritrovare la speranza". (A cura di Fabio Colagrande)