2012-11-29 13:43:41

Sudan. Mons. Gassis: “La Chiesa faro di speranza per i civili dei Monti Nuba


“I bombardamenti sono giornalieri e quello che mi rattrista di più è che tutti sembrano essersi dimenticati di noi, delle popolazioni dei Monti Nuba. Almeno ricordateci nella preghiera dei fedeli delle Messe domenicali!”. È il grido di dolere affidato all’agenzia Fides da mons. Macram Max Gassis, vescovo di El Obeid, nel cui territorio ricadono i Monti Nuba, nel Sud Kordofan, Stato del Sudan dove da tempo è in corso una guerra tra il governo di Khartoum e l’Spla-Nord (Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese-Nord). “Le prime vittime di questa guerra sono i civili, specie donne, bambini e anziani” afferma il vescovo. “Proprio l’altro ieri è stata bombardata la chiesa di Heban, che grazie al cielo ha riportato danni limitati. Nel solo mese di novembre, che non è ancora finito, l’aviazione di Khartoum ha lanciato 330 bombe, che hanno provocato 36 morti, in maggioranza donne e bambini, e 22 feriti. Solo in questo mese sono state distrutte 30 abitazioni e 92 coltivazioni”. “Nessuna organizzazione umanitaria è presente sui Monti Nubi” lamenta mons. Gassis. “La Chiesa è l’unica presenza di speranza per queste popolazioni, con le nostre suore e 4 medici e chirurghi (2 americani, un tedesco ed un inglese). L’unica struttura medica nella zona è l’ospedale da me fondato, che da 80 degenti per i quali era costruito ne accoglie ora ben 500. Non possiamo costruire una nuova corsia perché abbiamo dovuto rimpatriare i lavoratori keniani e non abbiamo cemento”. “I miei sacerdoti percorrono le piste che portano dai Monti Nubi alla nostra struttura che abbiamo creato nel Sud Sudan a Yida nello Stato di Unity, per prendere le provviste e i medicinali. Il viaggio dura 8 ore all’andata ed 8 al ritorno, sotto la minaccia dei bombardieri sudanesi. Solo grazie al coraggio di una suora della Misericordia australiana, di origine italiana, che è tornata appositamente, è ancora aperta la nostra scuola di formazione e quella primaria". Mons. Gassis è appena tornato da un tour intorno al mondo per perorare la causa delle popolazioni dei Monti Nuba. “Sono stato in Irlanda, dove ho incontrato il Presidente e il suo predecessore, a Londra (dove sono stato ascoltato dalla Camera dei Comuni e da quella dei Lord, dalla Conferenza episcopale e sono stato intervistato dalla Bbc), e poi a Bruxelles, Parigi, Berlino, Washington, New York, Oslo, in Lussemburgo e infine a Ginevra, dove sono stato ascoltato dalla Commissione per i Diritti Umani dell’Onu". “A tutti ho chiesto che la comunità internazionale imponga al regime di Khartoum di fermare i bombardamenti sui civili, e permetta di aprire corridori aerei e terrestri per portare cibo e medicinali alle popolazioni stremate” conclude mons. Gassis. (R.P.)







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