2012-11-29 13:43:26

Diagnosi preimpianto. Il governo presenta ricorso all'Ue. Soddisfatto il Movimento per la Vita


E’ acceso il dibattito in Italia dopo che il governo, mercoledì sera, allo scadere del termine previsto, ha presentato ricorso alla Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo contro la sentenza che bocciava la Legge 40 in merito alla diagnosi preimpianto degli embrioni. Il servizio di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

L’atteso ricorso del governo alla Grande Camera alla fine è arrivato. Il caso ha origine lo scorso agosto quando la Corte Europea di Strasburgo, in merito ad una coppia, portatrice sana di fibrosi cistica, che chiedeva di accedere alla diagnosi preimpianto, aveva rilevato un’incoerenza tra la legge italiana che consente l’aborto a chi ha malattie genetiche e la Legge 40 che vieta la diagnosi preimpianto finalizzata a prevenire la nascita di figli malati. In gioco – si legge in una nota di Palazzo Chigi che motiva il ricorso - c’è la salvaguardia dell'integrità e della validità del sistema giudiziario nazionale”. Soddisfatto il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini che solo una settimana fa ai nostri microfoni aveva sollecitato un intervento del governo:

R. – Sono molto soddisfatto. Il ricorso è fatto bene e noi cercheremo di appoggiarlo. Temevo molto. Esitazioni debbono esserci state, perché il ricorso è stato presentato l’ultimo giorno. Faremo in modo che questo processo, che non sarà comunque semplice, perché conosco l’ambiente europeo, abbia l’esito che speriamo.

D. – La Corte europea aveva bocciato la Legge 40, definendola incoerente. La decisione del governo italiano di presentare appello alla Grande Camera, si fonda sulla necessità di salvaguardare la validità e l’integrità del sistema giudiziario nazionale...

R. – La Corte europea può valutare se ci sia stata violazione dei diritti dell’uomo, come sanciti nei trattati internazionali, ma non può giudicare la coerenza di una legge interna dello Stato. In altri termini, la Corte non poteva dire “se c’è una legge che consente l’aborto a coppie portatrici sane di fibrosi cistica, allora dobbiamo ammettere anche la diagnosi genetica preimpianto”. Infine, vi è la cattiva interpretazione della Legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza e cioè che la legge italiana sull’aborto ammetterebbe l’aborto eugenetico. Lo Stato italiano sostiene che non è ammesso e quindi la sentenza di primo grado si fonda su un errore di fatto.

D. – Per voi, chiaramente, oltre a questo aspetto giuridico, il ricorso è importante, perché in sostanza blocca la legittimazione da parte della Corte Ue della diagnosi preimpianto...

R. – Naturalmente, bisogna sostenere la parte sostanziale, e cioè proprio il fatto che la diagnosi genetica preimpianto è lesiva della vita umana in modo gravissimo!

Ultimo aggiornamento: 30 novembre







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