Pakistan: oltre 200 musulmani sciiti incriminati per “blasfemia”
Una denuncia ufficiale con l’incriminazione per blasfemia è stata presentata alla
polizia di Multan in Punjab, a carico di 222 fedeli musulmani sciiti, dei quali 72
identificati e 150 non identificati. La denuncia è stata presentata da gruppi sunniti
dopo una rissa avvenuta martedì a Multan, in seguito alla processione religiosa degli
sciiti, che celebravano la “Ashura”, festività che commemora il martirio dell'Imam
Hussein, nipote del profeta Maometto. Come riferito all'agenzia Fides, gli scontri
sono iniziati quando alcuni militanti sunniti, dell’organizzazione estremista “Sipah-i-Sahaba”,
hanno cercato di bloccare o deviare la processione dei fedeli sciiti, dicendo che
una parte del percorso non era autorizzato. Esito degli scontri fra sciiti e sunniti:
10 feriti e le 222 denunce. Secondo l’accusa, gli sciiti hanno lanciato pietre contro
le bandiere e striscioni dove c’era iscritto il nome del Profeta Maometto e sono dunque
colpevoli di blasfemia. Leader sciiti come Fazal Shah e Ali Hussain Shah hanno negato
ogni accusa, affermando che nessuno ha gettato pietre contro le bandiere, né tantomeno
offeso il Profeta. Fonti locali di Fides notano che, come in molti altri casi, le
accuse di blasfemia sono strumentali e colpiscono non solo le minoranze, ma anche
cittadini musulmani, contribuendo a minare l’armonia sociale e religiosa. “L’abuso
della legge continua a provocare discordie e ad alimentare settarismo nella società
pakistana”, rimarca a Fides il prof. Mobeen Shahid, pakistano, profondo conoscitore
delle questioni relative alla blasfemia. Il prof. Mobeen Shahid, docente di “Pensiero
e religione islamica” nella Pontificia Università Lateranense, è autore di una ricerca,
di imminente pubblicazione, dal titolo “La legge della blasfemia e il caso della Repubblica
Islamica del Pakistan”, curata insieme con N. Daniel, per l'Istituto di Studi Politici
S. Pio V, che verrà presentata al Parlamento Europeo e all’ufficio delle Nazioni Unite
di Ginevra. Secondo il prof. Mobeen, “la cancellazione delle leggi della blasfemia
in Pakistan è possibile se si rispettano la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
dell’Onu e la Dichiarazione del Cairo dei Diritti umani dell'islam”. Per questo “serve
il consenso popolare e una discussione nel Parlamento Nazionale”. Il consenso popolare
è possibile solo se si dà vita a un sistema educativo, dai primi gradi fino alle università,
“che rifletta e recepisca entrambe le Dichiarazioni per i diritti dell’uomo”: questo
approccio renderebbe possibile un cambiamento radicale della società che, alla lunga,
potrebbe avere come effetto l’abolizione delle leggi sulla blasfemia”. (R.P.)