Legge figli naturali. Mons. Paglia: passo avanti. Belletti: no a formula su figli
nati da abusi
In Italia, molte reazioni hanno accompagnato il via libera della Camera dei Deputati
al testo unico che equipara i diritti dei figli naturali a quelli dei figli nati all'interno
del matrimonio. Sul provvedimento, Luca Collodi ha sentito mons. Vincenzo
Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e Francesco Belletti,
presidente del Forum delle Associazioni familiari. Ascoltiamo mons. Paglia:
R. – Debbo sottolineare
che la Chiesa, da sempre, è stata e continuerà a stare dalla parte dei figli. La Chiesa
ha sempre sostenuto che anche i figli nati al di fuori del matrimonio debbono essere
non solo riconosciuti, ma anche sostenuti e mantenuti. In questo senso, a me pare
un passo certamente importante.
D. – Sempre in termini generali, questa legge
impegna ancor più la responsabilità della famiglia nei riguardi dei figli, naturali
e non…
R. – Sì, anche questo è importante. Di fronte al tentativo di indebolire
la famiglia e di disgregarla in ogni modo, qui si va davvero controcorrente, ma nella
giusta direzione, perché si riconosce la famiglia – diciamo – “allargata”, cioè intesa
in tutta la sua intergenerazionalità. Questo mi pare un punto particolarmente significativo
e sono lieto che si riconosca alla famiglia la sua funzione di luogo dove nascere,
crescere, inserirsi e comunque accogliere. Si riconosce che, senza la famiglia, gli
individui sono abbandonati a loro stessi e non è possibile pensare una famiglia “individualizzata”.
Ecco perché una scelta di questo genere mi pare vada nella giusta direzione di riconoscere
alla famiglia di essere la prima cellula della società, come anche – per quel che
riguarda la Chiesa – la prima cellula della comunità cristiana.
D. – Francesco
Belletti, presidente del Forum delle Associazioni familiari: questa legge prevede
che sarà possibile riconoscere, anche da parte del genitore, che usa violenza sui
propri congiunti e parenti, i figli nati da abusi in famiglia. Su questo partano dei
distinguo e delle riflessioni…
R. – Noi stessi, come Forum, siamo andati alla
Bicamerale dell’infanzia a presentare le nostre obiezioni ai senatori, agli onorevoli
della Camera e ai partiti. Abbiamo cercato di far sì che, con lo strumento dello stralcio,
togliendo cioè questo particolare, si potesse far passare comunque la legge. Questo
è stato rifiuto ed è stato un grave errore, perché questa nuova formulazione non protegge
di fatto in alcun modo i diritti dei bambini, ponendoli soprattutto di fronte al rischio
di essere rimessi dentro una storia malefica e di fronte al rischio, invece, di legittimare
alla genitorialità comportamenti spesso abusanti e violenti.
D. – Sarà possibile
ancora intervenire?
R. – Torneremo alla carica, perché anche l’approvazione
di una legge non significa che su un singolo punto non si possa ritrovare una nuova
alleanza di persone ragionevoli. Ci ha molto confortato che questa sia stata una battaglia
non da cattolici, ma da persone attente al superiore interesse del minore. Tanti osservatori
laici hanno espresso con forza la loro contrarietà.