2012-11-28 14:42:54

Cei: insegnamento della religione cattolica opportunità preziosa per la scuola


“L’insegnamento della religione cattolica è un’opportunità preziosa nel cammino formativo della scuola”. Lo scrive la presidenza della Conferenza episcopale italiana in Messaggio rivolto a genitori e studenti chiamati a scegliere se avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nel prossimo anno scolastico 2013-2014”. “La scuola – si legge – sarà se stessa se porterà le nuove generazioni ad appropriarsi consapevolmente e creativamente della propria tradizione”. Su questo aspetto, si sofferma, al microfono di Paolo Ondarza, don Daniele Saottini, responsabile Cei del Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica:RealAudioMP3

R. – Penso che in un mondo attraversato da tante fatiche, da tante perplessità, da tante crisi, offrire una proposta culturale adeguata alla società di oggi, e nello stesso tempo carica di valori e di disponibilità a un confronto autentico, sia una ricchezza preziosa.

D. - Ai genitori e agli studenti che si apprestano a decidere per il prossimo anno scolastico 2013-2014 voi dite che la scuola può essere se stessa solo se saprà trasmettere alle nuove generazioni la tradizione del Paese…

R. - Esatto. E’ una tradizione, una ricchezza, che spesso oggi viene considerata come assolutamente marginale di fronte al fascino della novità, delle nuove possibilità. Noi, però, sappiamo che per educare un giovane è opportuno aiutarlo a capire che tutto questo anelito al futuro, che è sempre stato tipico delle giovani generazioni, si può costruire, si può realizzare a partire anche da una conoscenza dei principi di una convivenza civile, di un rispetto verso l’altro: principi che sono alla base anche di quelle ricche tradizioni che l’Italia, grazie al Cielo, ci offre.

D. - E questo anche per aiutare i giovani a rispondere a quelle domande di senso che spesso si affacciano proprio durante il percorso scolastico…

R. – Si ricorda che i vescovi e, attraverso di loro, gli insegnanti di religione cattolica, nell’esperienza scolastica, sono disposti e desiderano ascoltare le domande che sorgono dal cuore e dalla mente. Mi sembra bello che la scuola sia attenta ad accogliere le domande di senso che nascono dal cuore – quindi le grandi aspirazioni – e anche dalla mente, di fronte ai dubbi che qualche volta, in maniera strumentale, vengono utilizzati per contrapporci e che invece diventano occasioni preziose.

D. - Perché l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole non nega la laicità di uno Stato?

R. - Non solo non nega la laicità ma valorizza la laicità, per favorire un approccio più profondo e più autentico al confronto con i problemi. Statisticamente, viene anche apprezzata perché è l’unica “materia” che tutti gli anni viene sottoposta al giudizio degli studenti e delle loro famiglie e tutti gli anni riceve un’adesione superiore, su scala nazionale, al 90% delle adesioni. Quindi, vuol dire che è una materia gradita. Gli insegnanti di religione, sempre più qualificati, svolgono con passione questa disciplina e gli studenti ne sono assolutamente coinvolti. Al di là di appartenenze personali, per esempio, al di là delle questioni che emergono riguardo alla molteplicità delle etnie, delle culture presenti in Italia, statisticamente, la presenza di alunni di altre culture, di altre etnie, non influenza in maniera significativa la disponibilità dell’adesione e dell’avvalersi di questa disciplina.

Ultimo aggiornamento: 29 novembre







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