Mali: forti divisioni tra i partiti politici di Bamako; contestata la trattativa con
i gruppi armati
Forti divisioni politiche a Bamako mentre il nord del Mali rimane sotto il controllo
dei gruppi islamisti. Come riferisce all’agenzia Fides don Edmond Dembele, Segretario
della Conferenza episcopale del Mali, le divisioni partitiche hanno costretto a posticipare
la grande concertazione nazionale inizialmente prevista dal 26 al 28 novembre. L’incontro
si terrà dall’11 al 13 dicembre. “La concertazione - spiega a Fides don Dembele -
vedrà la partecipazione dei delegati dei raggruppamenti partitici e dei rappresentanti
della società civile per discutere sul proseguimento del periodo di transizione in
vista delle nuove elezioni. I diversi attori politici non hanno però ancora raggiunto
un’intesa sul contenuto di questo incontro, e in effetti alcuni partiti avevano deciso
di non parteciparvi. Il Capo dello Stato ha così deciso di posticiparlo, nella speranza
di trovare una soluzione consensuale”. Anche la trattativa avviata da Burkina Faso
(il cui Presidente è stato incaricato della mediazione nella crisi maliana dalla Cedeao,
la Comunità degli Stati dell’Africa occidentale) e Algeria con il Movimento di Liberazione
dell’Azawad (Mnla) e con Ansar al Dine non ha l’unanimità tra le forze politiche di
Bamako. Riferisce don Dembele: “Alcuni raggruppamenti di partiti e gruppi della società
civile sono contrari al negoziato in particolare con l’Mnla perché affermano che questo
movimento ha scatenato la guerra. Più in generale, chi è contro il negoziato afferma
che non si può trattare con dei terroristi che hanno ucciso militari e civili maliani,
che si tratti di appartenenti al laico Mnla o all’islamista Ansar al Dine. D’altro
canto - continua don Dembele - altri partiti, pur non negando che Mnla e Ansar al
Dine abbiano danneggiato il Mali, riconoscono che si tratta di gruppi formati da maliani
con i quali occorre trattare. Sul piano umanitario poi la situazione è peggiorata”
afferma il segretario della Conferenza episcopale. “Nella regione di Mopti, alla frontiera
tra il nord Mali occupato dai gruppi armati, e il sud, ogni settimana continuano ad
arrivare sfollati in fuga. Solo in questa zona il loro numero ha raggiunto oltre i
40mila. Queste persone si trovano in condizioni precarie in primo luogo per la scarsità
di alimenti e di acqua potabile”. “Gli abitanti del nord vivono sotto la pressione
degli islamisti che applicano la Sharia in modo assillante a iniziare dagli abiti
per gli uomini e dal velo per le donne. Queste imposizioni sono mal sopportate da
buona parte della popolazione” conclude don Dembele. (R.P.)