Congo: i ribelli annunciano il ritiro da Goma. Grave la situazione umanitaria
I ribelli dell’M23 hanno annunciato di accettare di lasciare Goma, il capoluogo del
Nord Kivu, ad est della Repubblica Democratica del Congo, da loro conquistato la settimana
scorsa. I ribelli sembrano aver ceduto alle pressioni internazionali e alla minaccia
di una controffensiva dell’esercito congolese. La situazione rimane però ancora incerta,
soprattutto sul piano umanitario. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Onu per il
Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha), ci sono a Goma e dintorni 12 campi che
accolgono 140.000 sfollati interni. Le condizioni di queste persone rimangono precarie
e in uno stato di forte insicurezza. Nel Centro Don Bosco, uno dei 12 campi di accoglienza,
il numero degli sfollati ha raggiunto il limite. Un’altra struttura, quella di Kanyaruchinya,
che accoglieva 60.000 persone, è stata evacuata a seguito dei combattimenti dei giorni
scorsi tra l’esercito congolese (Fardc) e l’M23. Il 25 novembre sono stati segnalati
nuovi sfollamenti a Lushebere, nel territorio di Masisi, a seguito di scontri tra
le Fardc e un gruppo Mai-Mai (un nome che indica una serie di gruppi di autodifesa
molti dei quali sono degenerati in forme di guerriglia e di banditismo). Sono segnalate
violenze contro i civili, compresi saccheggi di case e negozi. Le attività di assistenza
comunque continuano: distribuzione di cibo, installazione di 3 generatori per permettere
il funzionamento delle pompe per l’acqua potabile (al fine di scongiurare la diffusione
del colera), avviamento di un programma di assistenza medica e psicologica alle vittime
di violenza sessuale. Rimane però la preoccupazione per gli ordigni inesplosi, che
rappresentano un serio pericolo per la popolazione civile e gli stessi operatori umanitari.
(R.P.)