Cortei di militanti in festa hanno attraversato Freetown dopo l’annuncio della conferma
del presidente Ernest Bai Koroma alle elezioni del 17 novembre: lo dicono all'Agenzia
Misna missionari savariani in Sierra Leone dai tempi della guerra civile, riferendo
di una forte partecipazione e di un confronto politico sempre pacifico. “Ieri – dice
padre Pietro Lazzarini – l’atmosfera era tranquilla e, nonostante le denunce di irregolarità
avanzate dal maggiore partito di opposizione, bisogna sottolineare che gli osservatori
stranieri hanno giudicato il voto libero e trasparente”. Secondo i risultati annunciati
sabato dalla Commissione elettorale, Koroma ha ottenuto quasi il 59% e superato così
la soglia del 55% che consente l’elezione al primo turno. Il suo principale sfidante,
l’ex capo di Stato Julius Maada Bio, si è fermato al 38%. Come riferito nei giorni
scorsi da più fonti dell'agenzia Misna, la partecipazione è stata massiccia: secondo
la Commissione, ha votato più dell’87% degli aventi diritto. In attesa della diffusione
dei risultati del voto legislativo e amministrativo che si è tenuto contestualmente
alle elezioni presidenziali, un elemento di incertezza è rappresentato dalle denunce
di irregolarità del Sierra Leone People’s Party (Slpp) di Bio. Il partito terrà un
congresso straordinario domani e potrebbe decidere un ricorso presso la Corte suprema.
Nel primo discorso dopo l’annuncio dei risultati, Koroma ha detto che durante il suo
secondo e ultimo mandato si concentrerà nella creazione di posti di lavoro e nella
formazione dei giovani affinché possano cogliere nuove opportunità garantite dallo
sviluppo dei settori agricolo, edilizio e minerario. Secondo il portale di informazione
Sierra Leone Express, Koroma e il suo All People’s Party (Apc) hanno vinto anche per
i progressi ottenuti nell’elettrificazione del Paese e nella sanità, in particolare
con i programmi di assistenza gratuita per le donne incinte e i bambini con meno di
cinque anni. Un altro elemento messo in evidenza dalla stampa di Freetown è la necessità
di un nuovo atteggiamento della comunità internazionale nei confronti di un Paese
conosciuto soprattutto per gli orrori del conflitto civile combattuto tra il 1991
e il 2002. “Questo voto – scrive ancora il Sierra Leone Express – ha dimostrato a
tutti e soprattutto ai mezzi di informazione internazionali che è giunto il momento
di vedere e descrivere il nostro Paese in modo nuovo”. (R.P.)