Messico: Chiesa dice no alla violenza dopo l'assassinio del figlio di un dirigente
rurale
Un gruppo di criminali ha ucciso domenica, il figlio di un noto dirigente rurale della
zona, nel comune di Venustiano Carranza, nel Chiapas, in Messico. Alcuni uomini armati,
con il volto coperto da passamontagna, hanno teso un agguato a Luis Angel Hidalgo,
33 anni: appena arrivato sul terreno agricolo alla periferia del capoluogo, otto proiettili
lo hanno ucciso all'istante. Secondo la nota inviata all'agenzia Fides dalla stampa
locale, l'atto criminale è legato alla lotta interna al mondo rurale in questa regione
degli altopiani centrali del Chiapas, che vede diversi gruppi di contadini contrapporsi
all'organizzazione “Emiliano Zapata - Casa del Pueblo (Oces)”, riconosciuta dallo
Stato, che attualmente gestisce attività e mezzi del mondo rurale. Luis Angel Hidalgo
era il figlio dell'ex leader dell’Ocez, Angel Hidalgo Espinosa, recentemente espulso
dall'organizzazione con altri 48 contadini in seguito all’aggressione ad alcuni rappresentanti
dell’autorità comunale, avvenuta il 25 settembre. Il vescovo della diocesi San Cristóbal
de Las Casas, mons. Felipe Arizmendi Esquivel, subito dopo aver appreso del grave
fatto di sangue, ha chiesto ai gruppi di contadini in conflitto, quasi tutti indigeni,
di non ricorrere alle armi per minacciare o battere gli avversari, né di usare qualsiasi
forma di aggressione. E’ importante che i leader sappiano denunciare e lottare per
i loro diritti, ma è anche necessario saper ascoltare, per conoscere i diritti degli
altri gruppi e organizzazioni. Mons. Arizmendi Esquivel ha riferito alla stampa che
"alcuni vogliono approfittare del prossimo cambio di governo per guadagnare spazio",
e ha invitato tutti ad un dialogo per la pace. “I casi di violenza - ha detto il vescovo
- creano divisioni nelle diverse comunità, come a Venustiano Carranza”. (R.P.)