Il cardinale Dalla Costa " Giusto tra le nazioni": salvò centinaia di ebrei dai nazisti
Il cardinale Elia Angelo Dalla Costa, arcivescovo di Firenze durante la Seconda guerra
mondiale, e' stato riconosciuto 'Giusto fra le Nazioni' dal Museo dell'Olocausto Yad
Vashem di Gerusalemme per aver salvato centinaia di ebrei. Il suo nome sarà dunque
impresso nella "Parete dell'Onorè" nel Giardino dei Giusti del Museo, aggiungendosi
agli oltre 500 nomi italiani presenti. Ma che ricordo ne abbiamo e quali le sue azioni
più importanti durante la guerra? Gabriella Ceraso lo ha chiesto all'autore
di una sua biografia, Don Silvano Nistri:
R. – Prima di
tutto era un uomo la cui virtù fondamentale era la fede. Era un uomo di grande preghiera,
un asceta, un uomo che viveva di Dio. Naturalmente, poi, aveva questa grande disponibilità
che gli veniva dal suo coraggio interiore.
D. – Un grande coraggio, una grande
testimonianza, che diede anche quando Hitler entrò a Firenze e lui chiuse il Palazzo
vescovile...
R. – Lui chiuse il Palazzo e andò via e quello fu l’unico palazzo
in Piazza del Duomo ad essere chiuso. Non accettò bandiere.
D. – Quindi, un
atto chiaro di resistenza?
R. – Sì, una testimonianza.
D. – Il cardinale
si pronunciò poi tante volte contro le leggi razziali e anche contro la tortura, ma
oggi lo Yad Vashem lo riconosce in maniera particolare per un ruolo svolto nei confronti
degli ebrei. Perché questo ruolo così prezioso?
R. – Perché fece aprire le
porte dei conventi per nascondervi le persone. Nell’ottobre e novembre del ’43 ci
fu subito la presa di coscienza di fronte alle tante richieste di aiuto da parte dei
tanti perseguitati. Lui fece subito un comunicato sul bollettino della diocesi, dove
in nome della carità evangelica e della fraterna ospitalità si riportava: “Non rendiamoci
colpevoli di rifiuti amari a chi soffre pene inenarrabili”. Questo portò subito alla
costituzione di un comitato ebraico-cattolico, che si può presumere abbia assistito
almeno 300, 400 persone.