Kenya: appello della Chiesa per fermare l’escalation di violenza etnica e religiosa
La Commissione Giustizia e Pace del Kenya (Cjpc) ha rivolto un pressante appello al
Governo di Nairobi affinché fermi l’escalation di violenze di matrice etnica e religiosa
che minacciano il pacifico svolgimento delle prossime elezioni presidenziali e politiche
del 4 marzo 2013. Dal primo novembre ad oggi le violenze hanno causato una cinquantina
di vittime, di cui 40 poliziotti uccisi nel nord, tre militari caduti al confine con
la Somalia e una decina di persone uccise in un attentato domenica scorsa nel quartiere
di Eastleigh di Nairobi, abitato da una folta comunità somala, presa a sua volta di
mira dalla popolazione locale perché accusata di proteggere gli attentatori che si
suppone siano legati agli estremisti somali Shabaab. Un comunicato letto nei giorni
scorsi dal Presidente di Giustizia e Pace mons. Zacchaeus Okoth, parla di episodi
“raccapriccianti e scioccanti” e chiama in causa l’inerzia delle autorità keniane.
“Il Governo deve fare qualcosa di più che organizzare funerali. Dovrebbe stabilire
una giornata nazionale di lutto in onore delle vittime”, si legge nella nota ripresa
dall’agenzia Cisa. Dopo avere espresso le condoglianze ai familiari, mons. Okoth ha
messo in guardia sul rischio che le violenze possano degenerare, compromettendo le
elezioni del 2013. Il timore è che l’approssimarsi del voto accresca il rischio di
un uso politico delle tensioni sociali ed etniche. Alla conferenza stampa erano presenti
anche mons. Cornelius Arap Korir, vescovo di Eldoret e vice-presidente di Giustizia
e Pace e un altro membro dell’organismo mons. Martin Kivuva Musonde, vescovo di Machakos.
I tre presuli hanno concluso rivolgendo a tutti i keniani un accorato appello alla
coesistenza pacifica e a tutte le parti in causa a impegnarsi per la riconciliazione.
La Conferenza episcopale del Kenya sta intensificando in questi mesi le iniziative
e gli appelli affinché il Paese non riviva più la drammatica esperienza delle elezioni
del 2008 finite nel sangue. L’ultimo risale a due settimane fa. (A cura di Lisa
Zengarini)