Spagna: nota dei vescovi sulla legislazione familiare e la crisi
Si è conclusa ieri con un pellegrinaggio a Montilla (Córdoba) la 100.ma Assemblea
plenaria della Conferenza episcopale spagnola. A Montilla, infatti, dallo scorso 12
ottobre si celebra l’Anno giubilare montillano, in occasione della dichiarazione di
san Giovanni d’Avila dottore della Chiesa universale. Nella città dell‘Andalusia -
riferisce l'agenzia Sir - sono andati in pellegrinaggio 76 vescovi e tra loro tre
cardinali: l’arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale spagnola,
cardinale Antonio Mª Rouco Varela; il cardinale Carlos Amigo Vallejo, arcivescovo
emerito di Siviglia, e il cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione
per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti. Ieri mattina, dopo una processione
nelle strade di Montilla, il cardinale Rouco ha presieduto la messa nella basilica
pontificia dove si custodisce la tomba di san Giovanni d’Avila. Ieri sera i presuli
hanno condiviso una cena di fraternità ed hanno visitato la casa del nuovo dottore
della Chiesa e il monastero di Santa Chiara. Durante l’Assemblea plenaria i vescovi
spagnoli hanno approvato una “Nota sulla legislazione familiare e la crisi economica”:
“L’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola - si legge nel documento
- di fronte alla sentenza del Tribunale costituzionale dello scorso 6 novembre, si
sente in dovere di ricordare che l’attuale legislazione spagnola sul matrimonio è
molto ingiusta. Lo è - spiegano i vescovi spagnoli - perché non riconosce in modo
netto l’istituzione del matrimonio nella sua specificità e non protegge il diritto
dei contraenti a essere riconosciuti nell’ordinamento giuridico come 'marito’ e 'moglie’;
né garantisce il diritto dei bambini e dei giovani a essere educati come 'mariti’
e 'mogli’ del futuro; né il diritto dei bambini a godere di un padre e una madre nel
seno di una famiglia stabile. Non sono leggi giuste quelle che non riconoscono né
proteggono questi diritti tanto basilari senza restrizione alcuna”. Perciò, per i
presuli spagnoli, “è urgente la riforma della nostra legislazione sul matrimonio”.
Di qui il richiamo ai politici affinché “si assumano le loro responsabilità. La retta
ragione esige che, in questa materia così decisiva, tutti agiscano secondo la propria
coscienza, al di là di qualsiasi ordine di partito”. “Nessuno - proseguono i vescovi
- può convalidare con il suo voto leggi che danneggiano così gravemente le strutture
fondamentali della società. I cattolici, in particolare, debbono tener presente che,
come servitori del bene comune, devono essere anche coerenti con la loro fede”. “Senza
la famiglia, senza la protezione del matrimonio e della natalità, non ci sarà un’uscita
duratura dalla crisi”, conclude la nota. (R.P.)