Sierra Leone: appello alla calma del vescovo di Freetown dopo le tensioni post-elettorali
“Prego perché nel caso di contestazioni tutti i partiti rifiutino qualsiasi forma
di violenza e rispettino la legge” dice all'agenzia Misna mons. Edward Tamba Charles,
l’arcivescovo di Freetown, dopo l’annuncio di un parziale riconteggio dei voti da
parte delle Commissione elettorale a seguito di accuse di irregolarità. Secondo il
presidente dell’organismo, Christiana Thorpe, il riconteggio riguarderà circa il 10%
delle schede. Non è chiaro se la decisione consentirà di pubblicare i risultati delle
elezioni presidenziali e legislative entro lunedì, come previsto dalla legge. “Sia
durante lo scrutinio che nei giorni successivi – sottolinea mons. Charles – l’atmosfera
in Sierra Leone è rimasta nel complesso tranquilla”. Alla Misna lo conferma padre
Giuseppe Berton, un missionario saveriano da oltre 40 anni in questo piccolo paese
dell’Africa occidentale. “Non sembrano pesare molto – dice padre Berton – nemmeno
le accuse di irregolarità mosse da Julius Maada Bio, il principale candidato dell’opposizione
alla presidenza”. Sabato circa due milioni e 600.000 aventi diritto sono stati chiamati
alle urne per rinnovare il parlamento e i consigli comunali e soprattutto eleggere
il presidente. Il capo di Stato Ernest Bai Koroma, candidato dell’All People’s Congress
(Apc), cerca un secondo e ultimo mandato. Julius Maada Bio, ex capo di Stato, rappresenta
il Sierra Leone People’s Party (Slpp). Un ruolo potrebbe avere anche Charles Francis
Margai, figlio di un ex primo ministro che corre con il People’s Movement for Democratic
Change (Pmdc). Se nessuno dei candidati alla presidenza avesse ottenuto il 55% dei
voti sarebbe necessario un ballottaggio, come avvenne nel 2007. (R.P.)