Nessun accordo al vertice Ue sul bilancio 2014-2020
Nulla di fatto al vertice straordinario di Bruxelles fra i 27 Paesi dell’Unione Europea
sul bilancio 2014-2020. Ci sono ancora forti divergenze sull’importo totale e l’equa
distribuzione fra Paesi, spiega il presidente della Commissione Ue Barroso. Sia il
premier italiano Monti sia il presidente del Consiglio Ue, Van Rompuy, pensano si
possa trovare un accordo all’inizio del prossimo anno. Da Bruxelles, ci riferisce
Laura Serassio:
A una nuova
rottura con Londra si è preferito un rinvio. Troppo intransigenti le posizioni del
Premier David Cameron, che chiede ulteriori tagli al budget e lo status quo sullo
storico sconto britannico – quella parte del contributo all’Unione che torna nelle
casse inglesi, meccanismo che i partner vorrebbero rivedere. La Germania, a spiegarlo
il presidente francese François Hollande, non voleva isolare Londra. Berlino di fatto
conferma: “bisogna puntare a un’intesa a 27”, dice la cancelliera Angela Merkel. All’Italia
va meglio che nel 2005, recupera terreno sui fondi al Mezzogiorno, si dovrà lavorare
invece sull’agricoltura, e la partita è ancora tutta aperta. Agli Stati che insistono
sui tagli, il premier italiano Mario Monti dice: “Demagogico fustigare il bilancio.
E anche incoerente, viste le tante competenze in più date all’Unione proprio dagli
Stati”. Sulla Grecia, non all’ordine del giorno, in tanti auspicano un accordo all’Eurogruppo
di lunedì, mentre Hollande lo dà praticamente per fatto e spiega: “Ridaremo al Paese
parte di quanto guadagnato con i titoli ellenici”.
L’impasse sul bilancio europeo
nasce in primo luogo dal no britannico a un aumento dei fondi da stanziare. Per il
premier di Londra Cameron, Bruxelles "vive in un universo parallelo" e per questo
non si poteva accettare "un accordo ad ogni costo". Alessandro Guarasci ha
sentito il parere dell’economista Angelo Baglioni:
R. – Il bilancio
europeo va approvato all’unanimità. Quindi bisogna per forza trovare un accordo. E’
chiaro che ci sia uno scontro molto difficile da risolvere tra alcuni Paesi del Nord,
in particolare la Gran Bretagna, che vogliono ridurre sostanzialmente il bilancio
dell’Unione Europea, e, viceversa, alcuni Paesi, come Francia ed Italia, che vorrebbero
almeno mantenerlo, se non incrementarlo leggermente, con la Germania che si trova
nel mezzo a fare da mediatore. Al momento la soluzione non è stata trovata e probabilmente
occorre ancora un mese, o anche di più, di negoziazioni.
D. – Una politica
di bilancio “corretta” passa essenzialmente anche tramite un forte contributo agli
investimenti per far ripartire l’occupazione in Europa?
R. – Sì, diciamo che
in particolare l’attacco da parte inglese al fondo di coesione, per cercare di ridurre
questo fondo, che in qualche modo va a finanziare l’attività d’investimento, è particolarmente
criticabile. D’altronde, mi sembra che su questa materia, sul bilancio come altri
argomenti, continui ad emergere il contrasto di fondo tra alcuni Paesi: quelli dell’Europa
continentale, che fanno parte dell’area euro, e, viceversa, l’Inghilterra, che è fuori
dall’area euro e che non ha questo interesse. Questo è un contrasto di fondo che è
destinato a pesare molto sull’Europa.