I leader europei discutono di bilancio, ma le posizioni restano distanti
Summit europeo sul bilancio a Bruxelles, in gioco le risorse comunitarie dal 2014
al 2020. Dopo 14 ore di bilaterali, i leader hanno ricevuto una nuova bozza di compromesso
e si sono dati appuntamento oggi a mezzogiorno, mentre gli sherpa sono al lavoro per
avvicinare posizioni che sembrano ancora molto distanti. Da Bruxelles, il servizio
di Laura Serassio:
Da una parte
c’è chi vuole ridurre il budget europeo, Berlino ma soprattutto Londra che chiede
di “fare di più per diminuire la spesa”. Dall’altra chi difende le risorse comuni
dalle pesanti sforbiciate, in particolare nel settore agricolo e del sostegno alle
regioni meno sviluppate. Tra loro l’Italia di Monti, che a fine Summit registra i
progressi su agricoltura e coesione, che nella nuova bozza recuperano 18 miliardi
di euro, e chiarisce l’obiettivo: “migliorare la posizione non favorevole per l’Italia
emersa dal negoziato di sette anni fa”. Nessun accordo, quindi, di fronte a soluzioni
inaccettabili. Fa fronte comune, Roma, con Parigi, il presidente Hollande esce dichiarandosi
insoddisfatto e chiedendo più solidarietà europea, ancora troppi per lui i tagli.
Scettica la Cancelliera Angela Merkel su una buona riuscita del Summit: “dubito che
troveremo l’accordo” e le fanno eco un po’ tutti, sostenendo che non sarebbe un dramma
rimandare la discussione. Intransigente la posizione del Parlamento europeo, che si
oppone ai tagli e che – annuncia – boccerà un compromesso troppo al ribasso. Sul bilancio
l’Euroassemblea decide al pari delle capitali, ma i leader – fa notare il Premier
lussemburghese Jean-Claude Juncker - sembrano non farci caso. La Grecia, per una volta,
non è all’ordine del giorno dell’incontro, ma i leader ne discutono informalmente.
Dal Premier Antonis Samaras arriva un appello a fare presto: “ogni giorno che passa
pesa sull’economia e sulla psicologia”. I vertici comunitari si dicono fiduciosi in
un accordo lunedì.