Egitto: contestato il presidente Mursi per la decisione sull'ampliameno dei suoi poteri
Dopo la mediazione per la crisi israelo-palestinese, il presidente egiziano Mohammed
Mursi ha varato una contestata dichiarazione costituzionale, con la quale ha ampliato
a dismisura i poteri del capo di Stato, limitando fortemente le prerogative degli
altri organi dello Stato, soprattutto quello giudiziario. L’opposizione ha indetto
per oggi una manifestazione di protesta che, si annuncia, sarà molto partecipata.
Il servizio di Giancarlo La Vella:
Il presidente
Mursi sfrutta l’onda lunga del capolavoro diplomatico che ha fatto cessare le armi
nella Striscia di Gaza e si pone, con un discutibile provvedimento, al di sopra di
tutti gli altri poteri statali. Un vero e proprio golpe contro la legittimità. Di
questo avviso le forze dell’opposizione, che hanno espresso il loro dissenso per voce
dei vari leader, tra i quali Mohamed El Baradei, premio Nobel per la Pace 2005, e
Amr Mussa, ex segretario generale della Lega Araba, che hanno parlato di giro di vite
degno di un nuovo faraone. Il provvedimento prevede che il presidente possa assumere
qualsiasi decisione per difendere la rivoluzione. Le decisioni e le leggi emanate
dal presidente - si legge ancora - sono immediatamente esecutive e non soggette ad
appello o revisione. Inoltre, si prevede che nessun organo giudiziario possa sciogliere
il Consiglio della Shura e l'Assemblea costituente, organi entrambi guidati dalle
formazioni islamiste, in particolare i Fratelli Musulmani di cui Morsi è espressione.
Insomma, decisioni bel lontane dalla svolta democratica auspicata in Egitto dopo la
deposizione di Hosni Mubarak. La partita torna a giocarsi in piazza Taharir, dove
oggi si raduna l’opposizione e, si teme, non mancheranno le tensioni.