"La rete è un potente
moltiplicatore della presa in giro e del bullismo, a livelli per i quali l'individuo
si può sentire assolutamente sopraffatto. Accade all'adulto, figuriamoci a un ragazzo".
Così Maria Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta, esperta di fenomeni legati
al web, commenta il suicidio del quindicenne romano, che non ha retto di fronte alle
derisioni su facebook dei suoi presunti atteggiamenti omosessuali. "La rete è
avvertita come ingovernabile. La rete amplifica il senso di persecuzione da un lato
- precisa Toro - e l'aggressività dall'altro. Un quindicenne, che è un nativo digitale,
percepisce che la sua immagine che va sul web è davvero una parte di sé e quindi non
è capace di prescinderne". Anche Giovanna Mascheroni, ricercatrice all'università
Cattolica e responsabile italiana di EU Kidsonline, della Commissione europea,
spiega come per i ragazzi di oggi il valore fondamentale è la propria reputazione
digitale, la popolarità, la preoccupazione di avere sempre un consenso". Pur essendo
una sostenitrice della libertà di espressione online, aggiunge che "i content provider
e i service provider potrebbero fare qualcosa per rendere internet un ambiente più
a misura di ragazzo, più sicuro e soprattutto più positivo". Sul fatto specifico "si
tratta davvero di un problema culturale - afferma - e di un mancato rispetto per l'altro.
E' questo il vero problema a monte, se teniamo anche conto che i dati ci dicono che
il bullismo è molto più diffuso offline che online". (di Antonella Palermo)