Colombia: prime tensioni al negoziato di pace a L'Avana
“Voglio dirvi che stiamo lavorando duramente per la pace. Stiamo usando un’arma potente
che è la verità, pura e limpida, è la migliore maniera di persuadere”. Luciano Marín
Arango, alias Iván Márques, numero 2 delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della
Colombia) lo ha detto dall’Avana al termine del terzo giorno dei colloqui avviati
lunedì con il governo. Per il terzo giorno la squadra di negoziatori dell’esecutivo
ha scelto di non parlare con la stampa mentre le Farc lo hanno fatto anche per denunciare
“ricatti” e “pressioni” della polizia contro i familiari di una guerrigliera del Blocco
occidentale che porta il nome del loro capo ucciso, Alfonso Cano, affinché riveli
il nascondiglio del comandante ribelle della zona. Le Farc - riporta l'agenzia Misna
- hanno colto l’occasione anche per criticare il progetto di riforma costituzionale
per ampliare la giurisdizione penale militare del Paese. Il primo tema nell’agenda
dell’atteso negoziato è la riforma agraria, “ma lo tratteremo con calma”, ha precisato
un’altra fonte delle Farc. Sui colloqui dell’Avana pesano le accuse dell’esercito
secondo cui le Farc avrebbero già violato ripetutamente la tregua decretata unilateralmente
dal 20 novembre al 20 gennaio come gesto di “buona volontà”. Il ministro della Difesa,
Juan Carlos Pinzón, ha accusato le Farc di “doppia morale”: da una parte, ha detto,
“si comportano come celebrità di fronte alla stampa, mentre costringono molto ragazzi
a vivere in condizioni terribili e negano i crimini che hanno commesso”. Pinzón non
ha confermato, tuttavia, la rottura della tregua denunciata dai militari. (R.P.)