2012-11-22 14:06:48

Aumentano i baristi anti-slot machine di fronte ai drammi dei giocatori d'azzardo


Nel 2012 gli italiani hanno speso 11 miliardi nel gioco d’azzardo, prevalentemente attraverso web e slot machine. E’ quanto emerge da un convegno sul tema organizzato oggi a Roma. Intanto dopo la barista di Cremona che ha staccato la spina alle slot del suo locale, aumentano i gestori che denunciano la diffusione della ludopatia tra i loro clienti chiedendo un intervento dello Stato. Solo di ieri la notizia del maxi condono da 98 miliardi ottenuto dai concessionari dei giochi su una penale che dovevano all’Erario. Il servizio è di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Avevano trasgredito il dovere di collegare le slot machine alla rete telematica dello Stato; per questo i concessionari del gioco avrebbero dovuto pagare cento miliardi di penale, ma forse ne pagheranno appena due. “La condotta illecita viene premiata. Il messaggio che passa è inaccettabile” spiega Maurizio Fiasco della Consulta Nazionale Antiusura:

R. - L’integrale applicazione della sanzione avrebbe comportato la scomparsa delle 420mila slot machine disseminate nel territorio nazonale.

D. - Sembra essersi risvegliata una coscienza tra i baristi: alcuni di loro di fronte al dramma della dipendenza da gioco d’azzardo stanno decidendo di eliminare le slot machine dai loro locali. Questo è senz’altro un segno positivo per il contrasto della ludopatia. D’altro canto va detto anche che i gestori possono andare incontro a problemi visto che avevano stipulato un contratto con i concessionari di questi apparecchi…

R. – Questa è una cosa da studiare dal punto di vista giuridico perché indubbiamente le clausole che hanno firmato questi esercenti, spesso senza neanche rendersene conto, sono piuttosto pesanti e risulta difficile per loro “uscire dal gioco”. Finalmente però comincia a diffondersi una coscienza di una situazione insostenibile.

Di fronte alla gravità del fenomeno il presidente della categoria dei baristi dell’Ascom Bergamo, Giorgio Beltrami, chiede un intervento dello Stato:

R. - Quando negli anni 2000 le macchinette prima di essere legalizzate erano irregolari lo Stato è intervenuto rendendole regolari. Il timore è che lo Stato non sia intervenuto, per salvaguardare la salute dei suoi cittadini ma, per introitare un po’ di denaro. E’ lo Stato che ha il peccato originale. C’è un problema sociale ed è lo Stato che deve affrontarlo.

D. – Due slot machine in un locale possono portare ad un incasso di cinquantamila euro mensili. Quanto guadagna lo Stato? Si parla del 60 per cento degli introiti…

R. – Sì, la grossa fetta va allo Stato, non va né al gestore che prende circa il 5-6 per cento, né al noleggiatore.

D. - I bar comunque guadagno sulle slot…

R. – Limitatamente. Certo ce ne sono alcuni che hanno molte macchinette e percentualmente l’introito rappresenta indispensabile per poter rimanere sul mercato.

D. – A Bolzano il comune vuole obbligare i baristi a rimuovere le slot entro metà dicembre…

R. – In linea generale non possiamo che essere d’accordo. Poi tra questo e la salvaguardia della categoria dobbiamo trovare un compromesso, è evidente. Il tutto deve avvenire, con gradualità. Dobbiamo dare il tempo a quelle attività che vivono principalmente dell’introito delle slot machine di ritrovare un’alternativa perché altrimenti le buttiamo sul lastrico.

Secondo gli esperti la soluzione dell’emergenza non è procrastinabile. La ludopatia è una malattia compulsiva che mette in ginocchio intere famiglie: un quinto dei 15 milioni di giocatori in Italia è a rischio.







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