Pakistan: a Faisalabad appello di cristiani e musulmani contro terrorismo e violenza
Il governo deve prendere "provvedimenti decisi" nei confronti dei terroristi e degli
estremisti, che seminano divisioni, conflitto, odio e panico nella società. È questo
l'appello congiunto lanciato da cristiani e musulmani, nel corso di un seminario intitolato
"Imparare a vivere insieme, tra diversità e differenze" organizzato a Faisalabad in
concomitanza con il mese sacro islamico di Muharram-ul-Haram. Scopo dell'iniziativa
comune, in concomitanza con la festività musulmana, è promuovere la tolleranza, il
rispetto, il dialogo e la cooperazione fra comunità pakistane, trascurando i punti
che dividono per rafforzare gli elementi in comune. In previsione della festività
della Ashura (10° giorno del mese di Muharram, che cade il 24 novembre) nella quale
i musulmani - con sfumature diverse fra sciiti e sunniti - celebrano il lutto e il
digiuno, La Peace and Human Development (Phd Foundation) e il Christian Study Center
(Csc) hanno promosso un incontro interreligioso. Esso si è svolto il 18 novembre scorso
presso la Tma Hall di Tandlinawala, un sotto-distretto di Faisalabad e ha visto la
partecipazione di attivisti, leader religiosi ed esponenti delle due comunità. L'attivista
cristiana Fahmida Saleem sottolinea le "affinità" fra cristiani e musulmani, che sono
tali da permettere una "coesistenza pacifica" e per questo le due comunità devono
"lavorare insieme nella stessa direzione", piuttosto che restare separate. La donna
- riferisce l'agenzia AsiaNews - lancia anche un appello a "combattere gli elementi
violenti e intolleranti, che mirano solo a distruggere la cultura della pace in Pakistan".
Le fa eco il leader musulmano Molana Syed Jaffar Hussain Naqvi, secondo cui pace e
armonia vanno promosse "non solo a parole, ma vanno accompagnate da azioni di pace
concrete". Per la promozione di un modello di pace, l'assistente sociale musulmano
Tahir Iqbal cita due esempi: il discorso finale del profeta Maometto e il primo intervento
di Muhammad Ali Jinnah, padre fondatore del moderno Pakistan, l'11 agosto 1947 all'atto
di costituzione del nuovo Stato. "Sono fra i migliori documenti - afferma - per la
promozione dell'armonia interconfessionale". Il collega cristiano Yousaf Adnan, ricordando
il periodo di festa islamico, aggiunge che "il Pakistan ha registrato violenze interconfessionali
e intolleranza" anche in questi giorni, nonostante "il divieto di combattere nel mese
sacro di Muharram-ul-Haram". "La violenza compiuta in nome della religione deve finire
- conclude l'attivista - per evitare ulteriori e più profonde fratture fra la gente".
(R.P.)