Congo: i ribelli del gruppo M23 entrati a Goma. Dall'Onu sanzioni ai rivoltosi
Il movimento M23 ha convocato i membri della polizia e dell’esercito congolese ancora
presenti a Goma presso lo stadio della città, probabilmente per reclutarli nell’amministrazione
che si apprestano a varare. Lo riferiscono all’agenzia Fides fonti missionarie locali.
A seguito della conquista di Goma, capoluogo del nord Kivu, da parte dei ribelli dell’M23,
il Presidente congolese Joseph Kabila ha lanciato un appello alla mobilitazione nazionale
per riconquistare la città. Intanto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
ha adottato all'unanimità una risoluzione che prevede sanzioni contro i rivoltosi.
I combattimenti stanno infliggendo enormi sofferenze alla popolazione. A lanciare
l’allarme di una possibile catastrofe umanitaria, i salesiani del centro giovani Don
Bosco di Ngangi alla periferia di Goma e i volontari della ong VIS, dove hanno trovato
accoglienza oltre 8 mila persone. Lucia Fiore ha intervistato Stefano
Merante esperto della questione congolese, del VIS, Volontariato Italiano
per lo Sviluppo:
R. – La situazione
è peggiorata in maniera incredibile negli ultimi giorni. C’è stato un peggioramento
dello scontro tra i diversi gruppi di ribelli, il principale è l’M23, e le forze della
repubblica democratica del Congo, che sono appoggiate dalla Monusco, la missione delle
nazioni Unite. In questo contesto tutte le persone, sia dai campi profughi che erano
stati precedentemente allestiti intorno alla città di Goma, che all’interno della
città di Goma stessa, si stanno riversando in pochi punti sicuri e uno di questi è
il centro dei salesiani dove il Vis, insieme ai salesiani, opera fin dal 1997.
D.
– Come sta affrontando la Chiesa questo allarme?
R. – Ci stiamo concentrando
specialmente sull’accoglienza e sulla soddisfazione dei bisogni primari di queste
persone. Gli ultimi dati che abbiamo a disposizione ci dicono che circa 2.500 gruppi
famigliari, quindi un numero orientativamente intorno alle 10mila persone, sono stati
ospitati durante la notte e sono all’interno del centro dei salesiani. Quindi sicuramente
siamo in prima linea. Nel momento in cui tutte le Ong e le organizzazioni internazionali
stanno abbandonando le posizioni,noi vogliamo stare a fianco dei più poveri e dei
più vulnerabili.
D. – La popolazione come sta affrontando la situazione nei
villaggi?
R. – C’è grande paura. Si stanno abbandonando tutte le posizioni
nei villaggi intorno a Goma per cercare di capire dove trovare riparo in posti più
sicuri. Noi stiamo mettendo a disposizione tutti gli spazi al coperto che abbiamo,
quindi sia una sala multifunzionale - dove in questo momento ci sono più di 1.500
persone - sia tutte le aule delle diverse scuole che sono presenti all’interno del
centro per fare accoglienza, che abbiamo riallestito tra ieri e oggi.
D. –
Cosa stanno facendo le organizzazioni umanitarie per arginare l’emergenza?
R.
– Goma è quasi una città senza padrone perché il movimento dell’M23 è riuscito a penetrare
nella città attraverso l’asse della strada dell’aeroporto e a prendere possesso dell’aeroporto.
Il fronte si è spostato verso ovest, verso la frontiera, andando verso il sud Kivu,
quindi sull’asse andando verso Masisi. Verso est, ieri c’erano stati scontri tra truppe
congolesi e truppe ruandesi. Ci sono stati lanci di bombe e granate anche su Giseni
che è la città ruandese al confine. Nell’ambito umanitario in questo momento la rete
ancora non si è completamente messa in moto. Abbiamo ricevuto le prime telefonate
e qualche aiuto. La Croce Rossa Internazionale ci ha fornito acqua e cloro, che sono
importantissimi per cercare di arginare gli eventuali casi di colera che si possono
creare in campi così sovraffollati. Anche dal Pam abbiamo avuto promesse di aiuti
ma in questo momento il problema in questo momento è quello della sicurezza: non c’è
un corridoio per poter portare questi aiuti al centro. Speriamo che la situazione
possa migliorare nel giro delle prossime ore per poter far pervenire i primi aiuti
alle persone che stiamo accogliendo, che dovrebbero essere all’incirca ottomila, novemila.