Colombia: prosegue il negoziato di pace ma la tregua sarebbe stata violata
Le trattative tra governo e Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) avviate
lunedì a L’Avana “procedono con buon ritmo”: lo ha detto il comandante guerrigliero
Jesús Santrich dalla capitale cubana dove i colloqui, ospitati nel Palacio de las
Convenciones, sono proseguiti anche ieri a porte chiuse. “Stiamo facendo in modo che
vi sia la piena partecipazione popolare in questo processo di costruzione della pace”
ha aggiunto Santrich. In un clima di stretto riserbo, più ermetici si sono mostrati
i negoziatori del governo guidati dal vice presidente Humberto de la Calle, che non
hanno rilasciato commenti sull’andamento del negoziato. Dalla Colombia, tuttavia,
sono giunte nelle ultime ore le prime accuse di violazione della tregua unilaterale
dichiarata dalle Farc da martedì, fino al prossimo 20 gennaio. Secondo fonti dell’esercito,
un gruppo di ribelli avrebbe attaccato un plotone di soldati nei pressi del comune
di Caloto, sulle montagne del dipartimento sud-occidentale del Cauca, ingaggiando
intensi combattimenti durati ore ma conclusi senza vittime. All’episodio sarebbe seguita
l’attivazione di un campo minato al passaggio di uno squadrone di militari nei pressi
del villaggio di Huasanó, sempre nel Cauca, attribuita alle Farc; anche in questo
caso non ci sarebbero state vittime. Con lo slogan “niente è concordato fino a quando
tutto non è concordato”, le parti hanno cominciato a discutere della questione agraria,
una delle cause alla radice del conflitto che si protrae da quasi mezzo secolo in
un paese in cui il 52% delle terre coltivabili è in mano ad appena l’1,15% della popolazione
(in totale, 42 milioni di persone, di cui il 32% vive nelle aree rurali). (R.P.) Ultimo
aggiornamento: 22 novembre