Colombia: la pastorale della Chiesa per le persone affette da Aids
Promuovere una pastorale inclusiva per sconfiggere la discriminazione, il rifiuto
e i pregiudizi dei quali sono vittime le comunità di persone affette da Aids o da
Hiv è l’obiettivo del secondo Incontro di responsabili della Pastorale Sociale delle
diocesi della regione caraibica, il 23 e 24 novembre, nell’arcidiocesi di Barranquilla.
“Non c’è niente che riguardi l’umanità che sia straneo al cuore della Chiesa” è il
motto della riunione per riflettere sulle azioni e iniziative della chiesa cattolica
per dare risposte alle comunità di persone affette da questa sindrome. Mons. Jairo
Jaramillo, arcivescovo di Barranquilla ha affermato che è necessario mettere da parte
la “subcultura dell’esclusione” che è il comportamento disumano di una società che
se esprime con il rifiuto, l’assenza di dialogo, le paure, i pregiudizi e le limitazioni
personali impedendo l’avvicinamento e l’accompagnamento delle persone portatrici da
Hiv. “Il problema non è solo l’uso di un linguaggio inadeguato- ha detto il prelato-
ma la totale esclusione della persona dalla propria realtà sociale”. L’iniziativa
è nata dall’Incontro sulla Pastorale della Salute promosso dal Consiglio Episcopale
Latinoamericano (Celam) a Bogotà, nel 2004, nel quale hanno partecipato le delegazioni
di 18 paesi dell’America Latina e il Caraibi, con l’obbiettivo di riflettere sulla
pandemia dell'Aids ed elaborare un documento della Chiesa a livello continentale.
Nel primo incontro, la chiesa colombiana ha sviluppato un piano di azioni di sensibilizzazione
e informazione sulla malattia, mentre in questa edizione si propone tracciare delle
linee guida per l’accompagnamento, comprensivo e misericordioso delle persone che
vivono con la sindrome da Hiv, ad esempio, la prevenzione e la formazione e l’educazione
ai valori. (A.T.)