Profughi siriani: temperature più rigide peggiorano il quadro umanitario
L’abbassamento delle temperature sta avendo primi effetti sulle condizioni di vita
all’interno dei campi profughi allestiti nei paesi confinanti della Siria. Ospitati
soprattutto in tende, i 423.000 rifugiati ufficialmente registrati dall’Alto commissariato
dell’Onu per i rifugiati (Acnur) stanno cominciando a risentire del clima invernale.
Proprio lunedì l’Acnur ha ricevuto 1500 roulotte dall’Arabia Saudita che andranno
a sostituire altrettante tende del campo profughi di Zaatari, nel nord della Giordania.
La popolazione dei campi allestiti in Giordania, Libano, Turchia e Iraq - riporta
l'agenzia Misna - è costituita in prevalenza da donne e minori e ciò ha spinto alcune
organizzazioni umanitarie internazionali a sollevare la questione dell’irrigidirsi
delle temperature e delle conseguenze per le fasce più vulnerabili. Più difficile
è invece avere una valutazione oggettiva della situazione degli sfollati interni in
Siria che, secondo alcune stime, ammontano ad almeno due milioni di persone. Una parte
di queste ha finora trovato rifugio in luoghi pubblici all’aperto e risente direttamente,
come il resto della popolazione, dei continui combattimenti. Preoccupazioni sul deterioramento
della situazione umanitaria sono state espresse anche dall’Unione Europea. Riuniti
a Bruxelles, i ministri degli Esteri dell’Unione hanno promesso di aumentare gli aiuti
destinati all’assistenza dei profughi. (R.P.)