Colloquio internazionale alla Lateranense. Prof. Felice: serve una vocazione e una
cultura di pace
“Se vuoi la pace costruisci istituzioni di pace”. È il tema del Colloquio annuale
promosso dall'Area Internazionale di Ricerca "Caritas in Veritate" della Lateranense,
che si tiene oggi e domani presso l'Aula Paolo VI dell'ateneo pontificio. Su cosa
si intenda per stituzioni di pace nella Dottrina Sociale della Chiesa, Alessandro
Gisotti ha intervistato il prof. Flavio Felice, direttore dell’Area di
ricerca “Caritas in Veritate”:
R. - Si intende
la capacità che l’uomo ha, con la propria intelligenza, con la propria capacità di
relazionarsi con altri uomini, di dar vita a realtà che siano associative, istituzionali,
che siano le leggi, la cultura, in grado di favorire quelle istituzioni attraverso
le quali e nelle quali gli uomini riescono a risolvere le controversie locali, nazionali
e internazionali, che poi sfociano in situazioni di guerra. Io, personalmente, sono
molto attratto dall’esperienza e dall’esperimento che i padri fondatori dell’Unione
europea hanno avviato all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. Anche in quel caso,
eravamo di fronte ad una situazione di guerra. Alcuni uomini - Konrad Adenauer, Alcide
De Gasperi e Robert Schuman - hanno pensato bene di risolvere le controversie non
tanto appellandosi retoricamente alla pace, quanto dando vita a istituzioni che hanno
consentito a questo continente di iniziare un percorso di pace che dura ancora oggi.
D.
– Che cosa oggi la Dottrina Sociale della Chiesa può dare agli sforzi delle persone
di buona volontà per la pace?
R. – Partendo dalla riflessione sulla Pacem
in terris, io credo in primis il collegamento tra la pace e una cultura di pace,
una cultura della pace. E’ vero che la pace si realizza mediante le istituzioni
ma è altrettanto vero che solo uomini di pace, votati alla pace e che hanno scelto
di rispondere positivamente a una vocazione di pace, saranno in grado di dar vita
a quelle istituzioni. La Dottrina Sociale della Chiesa ci insegna che il vivere sociale,
il relazionarsi tra gli uomini, è un relazionarsi tra figli nel comune Padre, quindi
tra fratelli, e questi figli nel comune Padre condividono una comune vocazione realizzando
il proprio disegno, in ordine alla felicità, alla libertà, alla giustizia. Io credo
che la Dottrina Sociale della Chiesa offra in modo particolare una prospettiva, un’idea
di uomo inconciliabile con qualsiasi soluzione di guerra.