"Senza dignità": Antigone presenta il IX Rapporto sulla situazione nelle carceri
E’ del 142,5% il tasso del sovraffollamento delle carceri in Italia che, in Europa,
si conferma il peggior Paese per la condizione degli Istituti. Lo stabilisce ancora
una volta l’annuale monitoraggio dell’Associazione Antigone, che ieri ha presentato
il suo IX Rapporto nazionale sulle condizoini di detenzione intitolato “Senza dignità”.
Servizio di FrancescaSabatinelli:
In meno di
tre anni, i detenuti sono cresciuti di 1.894 unità. Nel 2010, è stato dichiarato lo
stato di emergenza per il sovraffollamento carcerario, ma ancora oggi nelle carceri
della Penisola vi sono oltre 140 detenuti ogni 100 posti letto. PatrizioGonnella,
presidente di Antigone:
"Non ha funzionato né il piano carceri puramente
edilizio, né le leggi definite enfaticamente 'svuota carceri' o 'salva carceri'. Ci
vuole un intervento d’urto per ridurre la popolazione detenuta, facendo uscire persone
che non sono un pericolo per la sicurezza sociale. Bisogna intervenire in modo determinato
sulla custodia cautelare e sulla legge sulle droghe - almeno queste - e poi sulla
legge sulla recidiva. Da questo bisogna partire. Ovvio, che se ci sono 66 mila persone
in carcere a fronte di 45 mila posti letto, se le persone vengono tenute 20 ore su
24 in cella, in una situazione in cui oziano e guardano la televisione, avendo a disposizione
due metri, due metri e mezzo a testa, questo è un fallimento, perché significa destinarle
alla recidiva. Oggi, nelle carceri, i detenuti - e molte volte anche gli operatori
insieme a loro - vivono in una condizione di assenza di dignità".
Attualmente,
i detenuti sono 66.685 distribuiti nei 206 istituti penitenziari con una capienza
totale di 46.479 posti. Il sovraffollamento si registra in tutte le regioni italiane,
ai primi tre posti Liguria, Puglia e Veneto. E il più delle volte conduce ad una violazione
dei diritti umani. Ancora Gonnella:
"Questo non si spiega, non è ammissibile.
Il sovraffollamento deve essere contrastato: non è una calamità naturale, ma è frutto
di politiche penali. Detto questo, la parte più strettamente amministrativa deve farsi
carico di far stare le persone in carcere conformemente a quanto prevede la legge.
Le persone non possono essere ammassate in quel modo: dentro ci sono persone che hanno
compiuto reati gravi, ma ci sono anche presunti innocenti. Il 40% dei detenuti nelle
carceri italiani è in custodia cautelare, non è stato cioè ancora giudicato e sta
lì ad aspettare che arrivi il processo: una percentuale quasi doppia rispetto a quella
dei Paesi europei, cui amiamo confrontarci. E’ una questione di risorse, ma è una
questione anche di volontà".
Antigone nel suo rapporto denuncia non solo
i troppi detenuti, ma anche una cronica carenza di personale. A fronte di un aumento
numerico dei carcerati, si è anche registrato un evidente calo delle risorse economiche
destinate all’amministrazione penitenziaria:
"Con l’amministrazione penitenziaria
devo dire che, negli anni, c’è sempre stato un dialogo. Ovviamente, è un sistema -
come tutto il sistema italiano - a macchia di leopardo: punti di riferimento positivi
in un territorio e meno positivi o silenti in un altro territorio. Per quanto riguarda
l’aspetto più politico, dopo tanti anni di assenza di comunicazione e di dialogo,
di assenza di consapevolezza, c’è stata una presa in carico del problema. Io penso
che ci debba essere adesso qualcosa di più che solo la consapevolezza che il problema
esista: ci deve essere veramente un intervento di restituzione di dignità. Bisogna
avere il coraggio di interventi pragmatici e non ideologici. Prendiamo la questione
delle droghe: è possibile che in Italia ci sia più narcotraffico e più tossicodipendenza?
Può essere che ce ne sia più che in Inghilterra, in Germania, in Francia e in Spagna?
Ovviamente, non è così! E’ che abbiamo una delle leggi più severe e repressive dell’impianto
europeo. Bisogna capire che le politiche di riduzione del danno vanno fatte anche
dentro le carceri, perché non ci si può bendare gli occhi che in carcere ci sono i
tossicodipendenti; non ci si può bendare gli occhi che in carcere i tossicodipendenti
passano le giornate assumendo psicofarmaci e tagliandosi… Tutto questo va detto,
va raccontato e bisogna intervenire". Antigone oggi ha inoltre presentato
“Inside carceri”, un webdoc d’inchiesta realizzato assieme a Next New Media, da
oggi visibile gratuitamente all’indirizzo: decine di video e centinaia di immagini
che documentano per la prima volta la vita in 25 istituti detentivi italiani.