di Giorgio Bernardelli, giornalista esperto di Medio Oriente (www.missionline.org) Siamo di fronte
ad uno scenario inedito. Negli ultimi due anni si è parlato pochissimo del conflitto
israelo-palestinese, come se non esistesse. Invece è drammaticamente aperto da troppo
tempo. Siamo davvero sull'orlo di un conflitto regionale. Sono convinto che né Israele
né Hamas vogliono un conflitto in campo aperto. Ma entrambi hanno bisogno di uscirne
con la sensazione davanti all'opinione pubblica di aver vinto. Ciò che entrambi vorrebbero
sono soluzioni irrealistiche e continuare a pensare che solo l'Egitto possa essere
la chiave del negoziato è una follia. Continuano i raid israeliani nella Striscia
di Gaza facendo salire così ad almeno 90 il numero delle vittime dall'inizio degli
attacchi. Per il sesto giorno consecutivo, l'aviazione israeliana ha lanciato l'offensiva
nella Striscia colpendo anche lo stadio di Gaza. Intanto su più fronti si intensificano
gli sforzi per raggiungere una tregua. Una tregua alla quale Israele e Hamas si sono
detti pronti, ma entrambi pongono condizioni. Lo stato ebraico, in particolare, sarebbe
avviato ad un'offensiva di terra se entro 48-72 ore, non ci sarà una risposta. Le
condizioni poste da entrambi sono in discussione in una riunione al Cairo. Israele
chiede una tregua di "lunga durata" che si deve applicare solo alla Striscia di Gaza
e deve essere garantita dall'Egitto e lo stop al lancio di razzi verso il suo territorio.
Hamas vuole la fine dell'embargo a Gaza e lo stop delle uccisioni mirate. (a cura
di Antonella Palermo)