Gaza: dalla parrocchia cattolica "l'apostolato delle chiamate"
Una telefonata per avere notizie e offrire aiuto e vicinanza. È “l’apostolato delle
chiamate” che i religiosi e le religiose dell’Istituto del Verbo incarnato, che guidano
la parrocchia latina della Striscia di Gaza (200 fedeli), hanno avviato da sabato
pomeriggio per tenere uniti i fedeli e cercare di venire incontro alle loro necessità.
È quanto emerge dalla testimonianza di padre Pablo De Santo, collaboratore del parroco
padre Jorge Hernandez che ieri, al quinto giorno di bombardamenti, è rientrato dall’Argentina,
dove si trovava per motivi familiari, a Gaza, dai suoi parrocchiani “per non lasciarli
soli un giorno in più”. Dalla testimonianza, resa nota dal Patriarcato latino di Gerusalemme
e ripresa dall'agenzia Sir, si apprende che la comunità locale sta bene anche se “la
notte tra sabato e domenica è stata la più difficile, fino ad ora. Anche se si era
sentito parlare di una tregua, i missili hanno iniziato a fischiare alle 23, e hanno
continuato fino alle 7 del mattino. Questa volta, i missili sono caduti anche vicino
a dove viviamo. Non ci sono stati danni materiali alla parrocchia o alle case delle
suore”. Da sabato pomeriggio “le suore hanno iniziato "l’apostolato delle chiamate":
hanno cercato di raggiungere telefonicamente i parrocchiani per chiedere loro come
stavano e se avevano bisogno di qualcosa, mettendosi a loro disposizione. La maggior
parte delle persone si trova in casa e cerca di uscire il meno possibile. Quelli con
cui abbiamo parlato sono molto spaventati e non riescono a dormire la notte”. (R.P.)