2012-11-19 12:54:03

Congo. Nord Kivu: ribelli alle porte di Goma. Panico nella città


“Dalle prime ore del giorno la situazione è calma. Nella notte abbiamo ancora sentito colpi d’arma da fuoco ma nulla di paragonabile rispetto a ieri. E’ stato un continuo di detonazioni di artiglieria pesante. La popolazione è in preda al panico, anche perché non siamo informati su quanto stia realmente accadendo. Sappiamo solo che i ribelli sono ormai alle porte di Goma, a soli tre chilometri da noi” dice all'agenzia Misna Maman Gogo, presidente del Collettivo delle associazioni femminili per lo sviluppo (Cafed) nel capoluogo della provincia del Nord-Kivu. “Stamani in città negozi e uffici sono rimasti chiusi, i mezzi di trasporto pubblici non sono in servizio. Ai punti nevralgici ci sono blindati dell’esercito e soldati, ma pochi. La gente ha cominciato a uscire per le strade, cerca di farsi coraggio a vicenda e si interroga – prosegue l’attivista – Qui ci sentiamo abbandonati a noi stessi e non capiamo come sia possibile che Goma venga consegnata ai ribelli senza opporre resistenza”. La città, affacciata sul Lago Kivu, è un importante crocevia commerciale al confine con il Rwanda; negli ultimi mesi in diverse occasioni i ribelli avevano minacciato di compiere un assalto ‘finale’. Il conflitto riaccesosi dallo scorso aprile nel Nord-Kivu sta precipitando. Dopo settimane di tregua, giovedì scorso i ribelli del Movimento del 23 marzo (M23) e l’esercito regolare congolese (Fardc) hanno ripreso a combattere nei pressi di Kibumba, 30 chilometri a nord di Goma. Da allora i miliziani hanno continuato ad avanzare in direzione del capoluogo: dopo aver raggiunto Kibati (a 17 chilometri) sono arrivati a Munigi e ieri all’aeroporto di Goma, a circa tre chilometri dal centro. “A vivere le ore più difficili sono state le migliaia di sfollati del campo di Kanyarucinya (che ospita 57.000 persone arrivate in ondate successive a partire dallo scorso luglio), collocato proprio nella zona degli scontri. Sono stati costretti a lasciare la struttura e sotto la pioggia hanno percorso chilometri a piedi per mettersi al riparo nel campo di Mugunga, ad ovest di Goma” aggiunge la presidente del ‘Cafed’. In città sono anche arrivate centinaia di persone, soprattutto donne e bambini, in fuga da Munigi, ma anche militari regolari che si sono ritirati dalle proprie posizioni, ha riferito l’emittente locale ‘Radio Okapi’. Ad alimentare la paura e l’incertezza nelle ultime ore ha senz’altro contribuito “la decisione dei responsabili Onu di raggruppare tutto il suo personale come per procedere a un’imminente evacuazione” prosegue l’attivista, confermando che stamani “le forze della locale missione Onu (Monusco) sono ancora presenti a Goma”. Rassicurazioni agli abitanti del capoluogo dell’instabile provincia dell’Est sono giunte dal governatore del Nord-Kivu. Mentre intensi scontri erano in atto sul terreno, da New York il Consiglio di sicurezza ha condannato la progressione dei ribelli verso Goma e chiesto la fine di ogni “sostegno esterno” fornito ai ribelli. Dalla nascita della nuova ribellione del M23, sette mesi fa, diversi rapporti dell’Onu hanno evidenziato la responsabilità diretta del Rwanda e dell’Uganda, paesi confinanti con l’Est congolese, che fornirebbero sostegno politico, militare e logistico agli insorti. A giorni il Comitato delle sanzioni delle Nazioni Unite dovrebbe varare misure individuali ai danni di responsabili ruandesi e ugandesi. Tra questi potrebbero esserci il ministro della Difesa di Kigali, James Kabarebe, e il capo di stato maggiore dell’esercito ruandese Charles Kanyonga. Il Movimento del 23 marzo è stato costituito da ex ribelli del Congresso nazionale di difesa del popolo (Cndp, tutsi) integrati nell’esercito nel 2009 dal quale hanno disertato sette mesi fa. (R.P.)







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