Convegno di Scienza&Vita sugli embrioni crioconservati
“Embrioni crioconservati, quale futuro?” Questo il tema del decimo convegno di Scienza&Vita
che si terrà a Roma il 23 e il 24 novembre prossimi. “Il sempre maggior numero di
embrioni, formati con tecniche di procreazione medicalmente assistita e crioconservati
– sottolinea Lucio Romano, presidente di Scienza &Vita – solleva molteplici interrogativi
in ambito biomedico, etico, giuridico e legislativo”, tra cui “la durata della crioconservazione,
le conseguenze delle procedure sull’evolutività degli embrioni allo scongelamento,
il destino degli embrioni abbandonati o per rinuncia all'impianto”. Secondo l'ultima
relazione del Ministro della Salute, nel 2010 sono stati formati 113.019 embrioni,
dei quali 16.280 crioconservati (14.4% sul totale degli embrioni formati). “È prevedibile
– aggiunge Romano - che il numero di embrioni formati e crioconservati aumenterà ancor
più”. Un incremento – sottolinea il Sir – frutto anche della sentenza Corte Costituzionale
che nel 2009 che ha dichiarato illegittimo l'art.14 della legge 40, abolendo di fatto
il limite di tre embrioni a impianto e aprendo la strada a una interpretazione “estensiva”
che prevede un “numero di embrioni strettamente necessario”. Secondo i dati della
letteratura scientifica, in media il 70-80% degli embrioni sopravvive dopo criconservazione,
il 50% senza danni evidenti allo scongelamento, mentre nel 25% ci sono segni evidenti
di danno parziale. “Secondo l’ultimo Report dell’International Federation of Fertility
– sottolinea infine Lucio romano – sono estremamente variabili i limiti massimi di
crioconservazione normati dalle varie legislazioni a livello mondiale: dai 3 anni
per Brasile, Montenegro e Portogallo ai 10 anni per Australia, Austria, Israele, Ungheria
e Gran Bretagna. In 14 legislazioni il periodo massimo è di 5 anni”. (A.L.)