2012-11-17 14:43:54

A Roma congresso dei medici cattolici italiani ed europei sul fine vita


Un confronto tra le legislazioni europee sul fine vita. Questo l’obiettivo del congresso, in corso a Roma fino a domani presso l’Università Cattolica, promosso dall’Associazione dei Medici Cattolici Italiani (Amci) e dalla Federazione Europea delle Associazioni Mediche Cattoliche incentrato sul tema “Bioetica ed Europa cristiana”. “I Paesi del Benelux, che hanno legalizzato l’eutanasia – ha detto il giurista francese Yves Maria Doublet – raggiungono 28 milioni di abitanti, a fronte degli oltre 400 milioni che non ce l’hanno”. Le tendenze che si sono manifestate dal 2005 riguardano la “costituzione di un quadro giuridico sui trattamenti in fase terminale, l’accento posto sulle cure palliative, il rafforzamento dell’espressione della volontà del paziente, il mantenimento della proibizione dell’eutanasia”. C’è un “background comune”, costituito dalle indicazioni del Consiglio d’Europa, basato sull’armonia tra “decisione medica e decisioni prese in anticipo” e il “volere del paziente”. “La popolazione di non autosufficienti nel 2040 – ha aggiunto l’esperto francese Christian Brégeon – sarà raddoppiata”. Una simile tendenza, ricorda il Sir, riguarderà anche la spesa sanitaria: “L’uso delle cure palliative – ha osservato Brégeon – diventerà una priorità, insieme all’utilizzo di metodi per controllare il dolore e dare assistenza psicologica e spirituale ancor prima delle cure terminali”. A fronte di un forte “sovraccarico fiscale” che “peserà sui cinquantenni”, i rapporti familiari saranno “fortemente stressati” e andrebbero, pertanto, “tutelati”, anche perché il contesto “sarà meno solidale che nel passato”. Rispetto al fine vita, la “rivoluzione demografica” farà sì che “non si rifiuteranno più sistematicamente a un anziano i vantaggi tecnologici, dalle protesi articolari alla chemioterapia”, sviluppando così una “nuova popolazione di persone molto anziane”, stabilizzate ma “senza prospettiva di cura”. (A.L.)







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