A Mazara del Vallo riuniti i vescovi del Nord Africa. Intervista con mons. Mogavero
Al via ieri a Mazara del Vallo, in Sicilia, l'Assemblea generale della Cerna, la Conferenza
episcopale regionale del Nord Africa. La singolare trasferta punta a una collaborazione
ecclesiale tra le due sponde del Mediterraneo, come spiega, al microfono di Debora
Donnini, mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo:
R. – Innanzitutto,
si vuole puntare su un cammino di Chiese condivise, perché ci sono problemi che, almeno
nella Chiesa di Mazara del Vallo, possono essere simili o velatamente analoghi a quelli
che vivono queste Chiese. Loro sono immersi in un contesto quasi esclusivamente islamico,
mentre noi abbiamo delle consistenti comunità di magrebini, di religione islamica.
Quindi, la loro esperienza può esserci di aiuto nel contatto con le comunità che vivono
da noi. Vivono in un clima di pacifica convivenza con la nostra gente e il dialogo
con loro, pur con le difficoltà che comporta il rapporto tra islam e cristianesimo,
può esserci molto utile. Per non parlare poi dei problemi legati alle migrazioni che,
soprattutto nel 2011, sono state drammatiche. Adesso, lo sono un po’ meno, ma certamente
è un problema che non è stato assolutamente risolto in maniera adeguata.
D.
– Lei cosa pensa della "primavera araba"?
R. – Io della "primavera araba" penso
solo bene, come valutazione dell’ideale, perché ha dimostrato come si possano abbattere
regimi dittatoriali senza partire da motivazioni di carattere ideologico. È stata
la vittoria della spontaneità, innestata sulla rivendicazione di libertà e di diritti
da conquistare proprio con una partecipazione diretta. È stata una rivoluzione di
massa, veicolata dai network, che ha raccolto soprattutto fasce non protagoniste del
mondo arabo, come i giovani e le donne, che sono stati il motore che ha spinto queste
rivoluzioni. Certamente, adesso – dopo le fiammate degli ideali del 2011 – c’è l’impatto
con i problemi reali: c’è da costruire un sistema istituzionale, la Carta costituzionale,
un sistema parlamentare, la partecipazione dei cittadini, e tutto questo ha dei costi.
Ha dei costi anche di carattere economico, aggravati dalla situazione internazionale,
da un’economia globalizzata.
D. – Voi, comunque, vedete una possibilità di
collaborazione con le Chiese della sponda Nord del Mediterraneo, su emigrazione e
nuova evangelizzazione?
R. – Sicuramente, soprattutto sul piano della testimonianza
della carità. Anche perché questa – come ribadisce costantemente Benedetto XVI nel
suo magistero ordinario e quotidiano – è il miglior modo per spianare la via a una
evangelizzazione della vita e delle opere.