Egitto: le Chiese cristiane annunciano il ritiro dall'Assemblea Costituente
I rappresentanti delle Chiese cristiane egiziane hanno annunciato il loro ritiro dall’Assemblea
Costituente incaricata di redigere la nuova Costituzione del grande Paese nordafricano.
La decisione, già ventilata nei giorni scorsi dal nuovo Patriarca copto ortodosso
Tawadros II e sollecitata da molti membri autorevoli delle comunità cristiane, è stata
presa ieri in un incontro avvenuto nella cattedrale copta di San Marco al Cairo, a
cui hanno preso parte anche il vescovo copto cattolico Yohanna Qulta e il dr. Safwat
al-Bayaadi, capo della Chiesa anglicana in Egitto, membri della Costituente. La scelta
dei rappresentanti delle Chiese cristiane - riporta l'agenzia Fides - non è isolata:
nelle stesse ore, anche altri membri del comitato incaricato di redigere la nuova
Carta costituzionale – tra i quali anche Ahmed Maher, fondatore del movimento 6 Aprile
e leader della rivolta anti-Mubarak – hanno annunciato la propria autosospensione.
Da molti è venuta anche la richiesta di prolungare la fase istruttoria di almeno tre
mesi (la pubblicazione della bozza definitiva del nuovo testo costituzionale era prevista
per la fine di novembre). Il clamoroso forfait collettivo rappresenta un tentativo
estremo di resistere alle pressioni esercitate soprattutto dai settori estremisti
salafiti per improntare in chiave islamista la nuova Costituzione egiziana. La scorsa
settimana, i rappresentanti delle sette Chiese cattoliche presenti in Egitto hanno
organizzato al Cairo alcuni seminari di studio con giuristi cristiani e islamici sulla
questione della nuova Costituzione. “La scelta delle Chiese egiziane” dichiara all'agenzia
Fides il vescovo Adel Zaki, vicario apostolico di Alessandria “non è una battaglia
confessionale: in gioco c'è l'identità stessa dell'Egitto, e quello che l'Egitto ha
sempre rappresentato nel coro delle nazioni arabe, con la sua esperienza di convivenza
millenaria tra comunità di fede diversa. Le nuove correnti, che strumentalizzano il
senso religioso del popolo, provengono dall'esterno del Paese, e negli ultimi tempi
hanno infiltrato anche da noi idee estranee al tessuto della Nazione. Non rispettano
i diritti di noi cristiani d'Egitto, che siamo tutti figli di Chiese autoctone, nate
e cresciute in questo Paese. E con le loro manovre settarie, rischiano di portare
alla divisione di tutto il Paese. Non a caso, sento circolare con crescente insistenza
l'idea di separare il Sinai, o di dividere l'Alto Egitto dal Basso Egitto”. (R.P.)