2012-11-15 16:05:23

Mons. Rosario Vella all'Osservatore Romano: La Chiesa cattolica in Madagascar è viva e forte


A colloquio con il vescovo di Ambanja monsignor Rosario Vella.
In Madagascar per il riscatto dei più emarginati
di FRANCESCO RICUPERO

«La Chiesa cattolica in Madagascar è viva, forte e piena di giovani che garantiscono un futuro promettente e ricco di buoni propositi, ma la corruzione e soprattutto la povertà rischiano di mettere in ginocchio il Paese». È quanto afferma a «L’Osservatore Romano» il vescovo di Ambanja, Rosario Vella, da trent’anni nella quarta isola più grande del pianeta. «Sono arrivato in Madagascar subito dopo la mia ordinazione sacerdotale come missionario e dal quel giorno sono rimasto in quest’isola piena di contraddizioni».
Il Madagascar, infatti, è Paese ricco di bellezze naturali, visitato da milioni di turisti, il che fa pensare a una situazione di benessere. Tuttavia «i malgasci vivono da poveri e in tante zone anche da miserabili. Povertà e miseria — sottolinea il presule — portate con grande dignità e con l’immancabile sorriso, segno di un’interiore nobiltà d’animo».
Nell’isola, circa la metà dei bambini con meno di cinque anni sono rachitici a causa degli effetti irreversibili della malnutrizione. Questi piccoli sono esposti a un rischio maggiore di contrarre malattie e di uno sviluppo cognitivo compromesso, oltre che di una morte prematura. Il Paese africano è il sesto dove si registra il più alto tasso di rachitismo nel mondo e la povertà ne è la causa principale. Secondo recenti stime riportate dal Southern Africa Regional Food Security Update 2012, l’80 per cento dei 20 milioni di abitanti del Madagascar vive con un dollaro al giorno o anche meno, e le famiglie povere spendono quasi tre quarti del loro reddito per l’acquisto di generi alimentari. L’alimentazione precaria fa sì che le ragazze non raggiungano il pieno sviluppo fisico almeno fino a 21 anni, età nella quale molte di loro sono già madri.
«La Chiesa cattolica e la diocesi di Ambanja — spiega il vescovo — sono impegnate su più versanti nell’aiutare la popolazione a vivere una vita dignitosa. Puntiamo molto sui giovani, spesso senza una famiglia e senza punti di riferimento affettivi. Ci sforziamo di inculcare nelle loro menti il vero significato della famiglia, perché la nuova evangelizzazione parte proprio all’interno delle mura domestiche. Gli evangelizzatori devono essere prima i genitori e successivamente noi pastori. Se nelle famiglie non c’è traccia di Gesù Cristo, se nelle famiglie non si prega tutti insieme e si trasmettono i valori profondi, difficilmente la Chiesa da sola riuscirà a colmare queste lacune. Negli ultimi tempi — ha proseguito monsignor Vella — assistiamo, purtroppo, anche alla perdita dei valori tradizionali: il senso di rispetto per i genitori, la solidarietà all’interno del nucleo familiare, il riconoscimento del valore della vita. I genitori troppo spesso abdicano facilmente al loro ruolo educativo. In questo contesto interviene la comunità parrocchiale che cerca tra mille difficoltà, ma con grande entusiasmo, di colmare questo vuoto».
La diocesi di Ambanja con le sue quattordici parrocchie conta poco più di centodiecimila battezzati su circa un milione di abitanti. «Qui i cattolici sono più del dieci per cento e vivono la fede in maniera intensa e rispettosi dei valori evangelici. In questo momento di crisi internazionale — prosegue il presule — tutte le diocesi del Madagascar stanno puntando sull’istruzione e sulla formazione catechetica. In particolare, nonostante gli esigui aiuti internazionali, si stanno realizzando scuole nei villaggi dove non esistono, si organizzano corsi di formazione a livello pedagogico e didattico per gli insegnanti, si cerca, in sostanza, di dare sostegno ai giovani che hanno voglia di studiare. Ma anche alle migliaia di senza tetto e di svantaggiati che lottano giorno e notte per avere un tozzo di pane». Proprio nei giorni scorsi, due opere al servizio dei più deboli sono state inaugurate nell’isola africana. Si tratta del dispensario San Luigi Orione e della Casa di carità per disabili, inaugurati dal superiore generale della Piccola opera della Divina Provvidenza (Don Orione), don Flavio Peloso. Il dispensario è stato realizzato nella città di Miandrarivo, un centro rurale di circa tremila abitanti, a 27 chilometri di distanza da Faratsiho. A disposizione degli abitanti del luogo ci sono alcuni servizi essenziali di medicina. In particolare, sono attivi il reparto di maternità e di odontoiatria, oltre al laboratorio per le analisi cliniche e a quello ecografico, una farmacia e 10 posti letto per i casi più gravi. La Casa di carità per disabili, aperta ad Antsofinondry, nella diocesi di Antananarivo, è stata dedicata a san Pio da Pietrelcina. È una struttura moderna che ospiterà in regime di accoglienza e di riabilitazione i disabili della regione con varie patologie e un dispensario aperto alla cittadinanza. (L’Osservatore Romano)







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