Conferenza operatori sanitari. Mons Zimowski: ospedali luoghi di missione, una sfida
per tutti
“L’Ospedale luogo della Nuova Evangelizzazione: missione umana e spirituale”. Su questo
tema si è ieri stamattina in Vaticano, la XXI Conferenza internazionale del Pontificio
Consiglio per gli Operatori Sanitari. Una tre giorni di confronto e testimonianze
sulle problematiche legate agli ospedali in rapporto all’etica, alla ricerca, alla
missione. Seicento circa i partecipanti da una sessantina di Paesi. “Sarà un contributo
specifico all’Anno delle Fede,” ha sottolineato il cardinale segretario di Stato,
Tarcisio Bertone. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Luogo di annuncio
di Cristo e di servizio all’uomo: è questo l’ambiente ospedaliero nelle parole del
cardinale Tarcisio Bertone, durante la Messa di apertura dei lavori, celebrata stamattina
in San Pietro. Avviando il dibattito, il titolare del Dicastero per la Salute, mons.
Zygmunt Zimowski, ha sottolineato che in questi tre giorni si vuole esaminare
ogni aspetto dei nosocomi, considerati come spazi privilegiati per adempiere al mandato
battesimale e per riconoscere e incontrare il volto di Cristo. Una sfida quasi impossibile
da intraprendere – ha detto – senza un’autentica vocazione, senza fede, carità e amore
per l’uomo, ma anche senza...
“...umiltà legata alla consapevolezza della
condizione umana e della finitezza delle conquiste scientifiche”.
I progressi
della scienza – ha proseguito mons. Zimowski – se non vengono guidati dall’etica e
dall’antropologia cristiana, rischiano di "ridurre" il paziente ad un mero oggetto
di studio, di trattamento o di sperimentazione anche eticamente scorretta. Attenzione,
dunque, all’uomo nella sua integralità, ma anche contrasto al prevalere del management
sui bisogni dei pazienti. Di questo ha parlato anche il ministro della Salute italiano,
Renato Balduzzi, che ha espresso la necessità, in un tempo di crisi, di unire sostegno
e assistenza al rigore: non solo tagli, dunque, semmai riorganizzazione del settore.
Ampio spazio in mattinata alla dimensione della nuova evangelizzazione, calata nel
contesto degli ospedali, nella vita degli operatori sanitari e dei pazienti. Il tema
è stato affidato a mons. Rino Fisichella. “Il Vangelo non esclude nessun ambito
della vita”, ha detto il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della
Nuova Evangelizzazione. La Chiesa, dunque, non può dimenticare nessun luogo umano,
specie quello in cui prevale la sofferenza, in cui l’uomo sperimenta il limite e la
paura della sua condizione, a fronte dell’illusione dell’immortalità e dell’onnipotenza
che riempie i nuovi aeropaghi, e in cui il mistero pasquale può essere illuminante:
“Da
questo mistero, infatti, si diffonde una luce sulle sofferenze e malattie degli uomini
che, nella croce di Cristo, possono comprendere e accettare il mistero della sofferenza,
che offre loro la speranza nella vita che viene... Nel malato, la sofferenza di Cristo
è presente e possiede una forza missionaria. Attraverso il malato, Cristo illumina
la sua Chiesa. Ecco perché i malati sono così importanti nella nuova evangelizzazione”.
Siano,
dunque, i malati i primi evangelizzatori – ha sottolineato mons. Rino Fisichella –
che nel suo intervento ha voluto ribadire più volte l’urgenza dell’annuncio oggi.
"La Chiesa ha come suo obbligo di ribadire la dignità della pesrona umana in tutte
le sue espressioni e di porre la questione sul senso della vita e sulla sua essenza",
in un periodo in cui l’ammalato è affidato prima di tutto alla tecnologia, quando
non a strutture che speculano sulle sue condizioni, o è oggetto di una cultura che
nega il senso della sofferenza:
“Proprio in forza di questo e per amore
della verità, dovremo essere capaci di portare nei nuovi aeropaghi il senso della
sofferenza dimenticata e del dolore taciuto”.