2012-11-15 14:18:22

Calano le nascite, anche tra gli immigrati. Forum Famiglie: segnale allarmante


Aumentano nel 2013 le detrazioni per i figli a carico: 6,4 i miliardi stanziati in tre anni in favore delle famiglie dalla legge di stabilità in discussione alla Camera. In particolare, le agevolazioni riguardano i figli di età compresa tra 0 e 3 anni. Previste anche misure in favore di figli con disabilità. Un segnale positivo, in un momento in cui la famiglia è duramente provata dalla crisi: secondo l’Istat in Italia sono in calo le nascite, 15 mila in meno in un anno, anche tra le donne immigrate. “L’emergenza non va sottovalutata”, spiega Francesco Belletti, presidente del Forum delle Famiglie, al microfono di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

R. – E’ sicuramente un effetto diretto della crisi e, d’altra parte, conferma la difficoltà del nostro Paese di sperare nel futuro. Il fatto che i giovani non riescano ad avere il coraggio di accogliere una nuova vita e di spendersi sulla nascita di un figlio dovrebbe essere un segnale che allarma tutta la politica, tutta la Chiesa, tutta la società. Quindicimila nascite in meno sembrano poche, ma visto il bassissimo livello di natalità che abbiamo significa andare sempre più a fondo. E’ un segnale gravissimo, che bisognerebbe custodire molto diversamente rispetto a come stiamo facendo.

D. - Questa volta, nemmeno i figli degli immigrati sembrano risollevare le sorti demografiche dell’Italia e, infatti, è in calo anche la fecondità delle donne straniere presenti nel Paese…

R. – Sì, questo è un dato che evidenzia come l’Italia non sia un Paese per bambini, anche per quelle culture che sono invece da sempre molto più predisposte all’accoglienza e vedono nel concetto di famiglia numerosa una benedizione. Un valore, questo, che 40 anni fa era ancora vivo in Italia. Avere tanti figli era un segno di forza, di progettualità. Adesso, invece, i nuovi nati sembrano una minaccia e – di fatto – sono un attacco al benessere: alcune famiglie, addirittura, diventano povere alla nascita del terzo figlio. E questo vale soprattutto per gli extracomunitari che si trovano in condizioni molto più precarie della maggior parte degli italiani nativi.

D. - Tra l’altro, quando si sceglie di avere un figlio, lo si fa sempre più spesso dopo i 40 anni. Come leggere questo dato?

R. – E' l’esito della cosiddetta "strategia del rinvio". Ci si sposa più tardi, si trova lavoro più tardi, si trova casa più tardi e anche il figlio viene rimandato. Poi, quando si arriva sulla soglia dei 40, ci si rende conto che il tempo corre e si rischia di non essere più in grado di aver figli. C’è una naturalità nella voglia di genitorialità. Noi desideriamo essere genitori: il dato più sconvolgente, da un certo punto di vista, è che in Italia tra i figli desiderati e figli realmente avuti manca un figlio per ogni persona, quindi riusciamo ad avere meno figli di quelli che vorremmo.

D. – Se da una parte, quindi, è opportuno chiedere più attenzione nei riguardi della famiglia, arriva però un segnale positivo dalla Camera, dove si discute la legge di stabilità nella quale si prevedono 6,4 miliardi in tre anni per le famiglie. In particolare, le detrazioni per figli di età inferiore ai tre anni passano da 900 a 1220 euro, per i figli più grandi da 800 a 950 euro. Aumentano anche le detrazioni per i figli con disabilità: fino ad un massimo di 1.620 euro per quelli di età inferiore ai tre anni. Un dato positivo?

R. – Viene fuori una maggiore attenzione ai figli più piccoli. Credo che questo sia un passo virtuoso. Dobbiamo renderci conto che è proprio all’inizio della genitorialità che le persone sono più in difficoltà. Finalmente, vediamo un intervento di politica familiare che non riguarda solo i poveri, le fasce deboli, ma che è, come devono essere le politiche familiari, in funzione del semplice fatto di avere figli: questo è ciò che è sempre mancato nel nostro Paese.

D. – Il Forum delle famiglie non si stanca mai di dirlo e vogliamo quindi ribadirlo ancora una volta: perché è importante investire sulla famiglia?

R. – Perché è il luogo che genera i nuovi cittadini, è il luogo che garantisce la coesione sociale. Basterebbe pensare a quale impatto avrebbe avuto la crisi, in questi cinque lunghi anni, se non ci fosse stata la capacità della famiglia di assorbire le fragilità del mercato del lavoro, le colpe della politica, le difficoltà delle banche, delle imprese, ecc. Quindi, mi sorprende che gli economisti non vedano il valore economico di sistema della famiglia per il futuro dello sviluppo economico del Paese, oltre al grande grande valore di umanità che essa porta con sè.







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