Particolare mostra dedicata a Tiepolo, protagonista del '700 europeo
Mancano tre settimane all’inaugurazione, il prossimo 15 dicembre, della più grande
mostra mai dedicata a un protagonista della pittura europea del ‘700: “Giambattista
Tiepolo”. Sono 142 le opere in catalogo, provenienti da prestigiosi musei di tutto
il mondo, esposte nella splendida Villa Manin a Passariano di Codroipo, in provincia
di Udine: grandiose pale d'altare, dipinti devozionali o ispirati a temi profani,
disegni, caricature e bozzetti dei monumentali cicli di affreschi realizzati nei
palazzi delle più importanti città europee. Ascoltiamo, nell’ordine, due curatori
dell’esposizione: Giuseppe Begamini e Alberto Craievich. L'intervista
è di Paolo Ondarza:
R. – L’esposizione
si tiene nella straordinaria Villa Manin di Passariano, fastosa, scenografica, e che
è ricca anche di ricordi storici perché è stata la Villa dell’ultimo Doge di Venezia,
la Villa nella quale si è firmato il Trattato di Campoformio, che ha modificato i
confini d’Italia e dell’intera Europa. Attraverso opere sacre e profane in mostra
è possibile recuperare in pieno l’artista – Tiepolo ed uscire affascinati da ciò che
si è visto.
D. – Tematiche sacre e tematiche profane si intrecciano nella produzione
di Tiepolo. Come il pittore si rapporta a queste due aree?
R. – Direi che ha
una inventiva sbrigliata quando si tratta di costruire scene di carattere profano,
di carattere mitologico. Nel sacro, veste le sante con gli abiti sontuosi delle contesse
o delle nobildonne veneziane, piuttosto che con quelli dimessi di una santa. In ogni
caso, l’iconografia sacra raramente esce dagli schemi tradizionali.
D. – Alberto
Craievich, il Settecento è un secolo che, a livello di arte europea, viene dominato
dalla figura di Gianbattista Tiepolo …
R. – Tiepolo è uno dei protagonisti
del Settecento europeo. E’ un artista complesso. Penso che uno dei meriti della mostra
sia quello di evidenziare tutte le sue caratteristiche: ci sono disegni, bozzetti,
pale d’altare, cose estremamente curiose: penso ai disegni o ai dipinti di Pulcinella,
alle caricature … L’intento era anche quello di mostrare il laboratorio creativo dell’artista,
quindi quest’esposizione è un’avventura nella mente, nel percorso creativo dell’artista.
D.
– C’è una idealità che animava Tiepolo, spinto sempre a rappresentare qualcosa di
alto, di eroico, di fastoso?
R. – Prima di partire dalla Spagna, ormai vecchio,
rilascia una sorta di intervista – come potremmo dire oggi – ad un giornale veneziano,
nella quale dice che il pittore deve lavorare in grande, procurarsi il favore
dei principi e dei signori, perché sono gli unici che possono pagare, sponsorizzare
opere gigantesche. Questo ci dà l’idea di una personalità consapevole dei propri mezzi
e votata al grandioso.
D. – Difficile parlare di una mostra per radio, dove
le immagini non si vedono …
R. – Però Tiepolo è un pittore di suoni! Vedendo
i suoi quadri è impossibile non sentire la musica, soprattutto i vari timbri che caratterizzano
la musica. Vedendo le sue scene di battaglia – scene cruente – è impossibile non sentire
il rumore, il clangore … Allo stesso tempo, vedendo una pala d’altare, dobbiamo immaginare
cosa provavano coloro che entravano in chiesa sentendo la musica liturgica di quella
chiesa. E l’intento era proprio quello di far loro toccare con mano le gioie del Paradiso.
In questo senso, Tiepolo è, insieme a Bernini e Rubens, il più grande artista barocco.