2012-11-14 16:29:11

Comunità per minori, impegno prezioso a volte infangato


RealAudioMP3 A seguito della vicenda del bambino 'conteso' di Cittadella, alcuni mass-media hanno proposto la questione della tutela dei minori in modo scorretto, producendo disinformazione attraverso una grave criminalizzazione delle comunità di accoglienza, accusate di essere lager, o di agire a scopo di lucro. "Si è fatta una gran confusione sui motivi per cui un bambino può essere allontanato dalla famiglia di origine e accolto in comunità" spiega Liviana Marelli, responsanile area infanzia, adolescenza e famiglie del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza). "Siamo preoccupati per questo modo di informare che non tutela i diritti dei più deboli ma cerca solo lo scoop. E ci preoccupano anche i tagli alla spesa pubblica, al welfare e il disinvestimento sui servizi sociali che diminuisce la tutela dell'infanzia e impedisce la prevenzione per evitare gli allontanamenti. Noi che ci battiamo da anni per questi temi ci ritroviamo, paradossalmente, ad essere considerati dei 'ladri di bambini', o dei criminali che fanno affari sulla pelle dei più piccoli". "Noi lavoriamo accanto ai minori per accompagnarli nella loro crescita, nel rapporto con la scuola e a ritrovare un rapporto con la loro famiglia di orgine, con la speranza di ricomporla" spiega Caterina Pozzi, presidente del centro accoglienza 'La Rupe' di Bologna. "Lo facciamo con stipendi che superano di poco i 1000 euro al mese e cercando, pur nell'assenza di politiche certe che definiscano cos'é una comunità di tipo familiare, di assicurare ai minori dei livelli standard-essenziali di tutela". "Venite a vedere le nostre comunità, quelle del Cncm (Coordinamento nazionale comunità minori), sono comunità aperte. E se qualcuno intravede degli elementi di criticità li denunci" conclude la rappresentante del Cnca, Liviana Marelli". (A cura di Fabio Colagrande)







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