Kenya: l’uccisione di 42 poliziotti mette in luce la diffusione delle armi
È di 42 poliziotti uccisi l’ultimo bilancio della strage avvenuta il 10 novembre nella
località di Baragoi, nel nord del Kenya, dove da diverso tempo le razzie di animali
tra gruppi di pastori Samburu e Turkana provocano decine di morti. “La polizia era
intervenuta in forze, con più di 100 uomini, per cercare di mettere ordine nell’area
e recuperare il bestiame rubato, al fine di impedire che le razzie di bestiame provocassero
un altro bagno di sangue come quello accaduto due mesi fa nel Distretto del fiume
Tana, dove oltre 100 persone furono uccise ” dice all’agenzia Fides una fonte della
Chiesa locale che per motivi di sicurezza chiede l’anonimato. “I poliziotti si sono
però trovati di fronte a banditi meglio armati di loro che gli hanno teso un agguato
massacrandoli”. “Questo episodio è allarmante perché il prossimo anno in Kenya si
terranno le elezioni parlamentari. Si teme che si riproducano le violenze post-elettorali
del 2007-2008, che provocarono migliaia di morti” afferma la fonte di Fides. Nel Paese
si parla da tempo di reti terroristiche che stanno importando grandi quantitativi
di armi dalla Somalia e da altri Paesi vicini, al fine di provocare violenze in occasione
delle elezioni con conseguenze peggiori di quelle precedenti. Negli scontri del 2007-2008
sono state usate frecce e lance, adesso si teme che verranno usati fucili d’assalto
e bombe”. Questo allarme però non sembra essere stato accolto con sufficiente attenzione
dalle autorità, nemmeno dopo la strage di decine di poliziotti, perché, come spiega
la nostra fonte “siamo già in campagna elettorale, i politici e la stampa non hanno
dato grande risalto al massacro dei poliziotti perché mette in luce la debolezza dello
Stato”. (R.P.)