2012-11-13 12:49:36

Filippine: per i missionari, sull'omicidio di padre Tentorio "affiorano verità negate"


“Le nuove rivelazioni vanno valutate, ma è indubbio che raccontino delle verità finora negate”: lo dice padre Giovanni Re, superiore regionale del Pontificio istituto missioni estere (Pime) contattato dall'agenzia Misna a Manila alla luce delle recenti confessioni di un testimone che ha denunciato il coinvolgimento di gruppi paramilitari nell’omicidio di padre Fausto Tentorio. La confessione giunge a un anno dalla morte del missionario, avvenuta il 17 ottobre 2011 nella casa parrocchiale di Arakan, provincia di Nord Cotabato, nell’isola meridionale di Mindanao. Secondo il testimone, un membro della Bagani Special Force – truppa paramilitare utilizzata dall’esercito per combattere i guerriglieri maoisti del New People’s Army (Npa) – i paramilitari avrebbero ucciso il sacerdote “su richiesta e con la benedizione dell’esercito” poiché era “un sostenitore del Npa”. In realtà “si tratta di testimoni già ascoltati in passato ma non tenuti nella giusta considerazione” dice il religioso all'agenzia Misna, sottolineando che lo scenario nel quale si è verificato l’omicidio rimane sempre lo stesso: “Nelle Filippine – spiega il missionario – chi come padre Tentorio cerca di difendere i diritti delle minoranze, spesso va a toccare gli interessi di chi specula sui territori ancestrali coltivando piantagioni di banane e olio di palma”. Finora, chi si è trovato a contrastare questo tipo di interessi – con azioni al fianco delle comunità locali – ha ottenuto poca o nessuna giustizia, venendo accusato a sua volta di ‘simpatizzare’ con la ribellione maiosta. “Stavolta però intendiamo andare a fondo della vicenda, tramite i nostri legali in tribunale” avverte il superiore regionale. L’omicidio di padre Tentorio, padre ‘Pops’ (piccolo padre) come lo chiamavano i fedeli, ha commosso migliaia di persone, in particolare tra le comunità autoctone, i ‘lumad’, a fianco delle quali aveva sempre lavorato. Il crimine ha anche attirato i riflettori su un’area in cui s’intrecciano interessi economici e minerari, rivalità politiche, aspirazioni indipendentiste, antiche ribellioni e coabitazione interreligiosa. Finora, le indagini della magistratura filippina avevano portato all’arresto di una persona, accusata di avergli sparato uccidendolo, ma senza indicare alcuna pista riguardo ai mandanti dell’omicidio. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.