Filippine: per i missionari, sull'omicidio di padre Tentorio "affiorano verità negate"
“Le nuove rivelazioni vanno valutate, ma è indubbio che raccontino delle verità finora
negate”: lo dice padre Giovanni Re, superiore regionale del Pontificio istituto missioni
estere (Pime) contattato dall'agenzia Misna a Manila alla luce delle recenti confessioni
di un testimone che ha denunciato il coinvolgimento di gruppi paramilitari nell’omicidio
di padre Fausto Tentorio. La confessione giunge a un anno dalla morte del missionario,
avvenuta il 17 ottobre 2011 nella casa parrocchiale di Arakan, provincia di Nord Cotabato,
nell’isola meridionale di Mindanao. Secondo il testimone, un membro della Bagani Special
Force – truppa paramilitare utilizzata dall’esercito per combattere i guerriglieri
maoisti del New People’s Army (Npa) – i paramilitari avrebbero ucciso il sacerdote
“su richiesta e con la benedizione dell’esercito” poiché era “un sostenitore del Npa”.
In realtà “si tratta di testimoni già ascoltati in passato ma non tenuti nella giusta
considerazione” dice il religioso all'agenzia Misna, sottolineando che lo scenario
nel quale si è verificato l’omicidio rimane sempre lo stesso: “Nelle Filippine – spiega
il missionario – chi come padre Tentorio cerca di difendere i diritti delle minoranze,
spesso va a toccare gli interessi di chi specula sui territori ancestrali coltivando
piantagioni di banane e olio di palma”. Finora, chi si è trovato a contrastare questo
tipo di interessi – con azioni al fianco delle comunità locali – ha ottenuto poca
o nessuna giustizia, venendo accusato a sua volta di ‘simpatizzare’ con la ribellione
maiosta. “Stavolta però intendiamo andare a fondo della vicenda, tramite i nostri
legali in tribunale” avverte il superiore regionale. L’omicidio di padre Tentorio,
padre ‘Pops’ (piccolo padre) come lo chiamavano i fedeli, ha commosso migliaia di
persone, in particolare tra le comunità autoctone, i ‘lumad’, a fianco delle quali
aveva sempre lavorato. Il crimine ha anche attirato i riflettori su un’area in cui
s’intrecciano interessi economici e minerari, rivalità politiche, aspirazioni indipendentiste,
antiche ribellioni e coabitazione interreligiosa. Finora, le indagini della magistratura
filippina avevano portato all’arresto di una persona, accusata di avergli sparato
uccidendolo, ma senza indicare alcuna pista riguardo ai mandanti dell’omicidio. (R.P.)