20 anni di relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Slovenia. Il card. Sodano ricorda
il ruolo del Beato Wojtyla
Per celebrare il 20.mo anniversario delle relazioni diplomatiche fra Santa Sede e
Slovenia si è tenuta, lunedì pomeriggio, una conferenza nella sede della Pontificia
Accademia Ecclesiastica. All’evento hanno preso parte, tra gli altri, il cardinale
sloveno Franc Rodé e l’ambasciatore sloveno presso la Santa Sede, Maja Maria Lovrenčič
Svetek, che ha promosso l’incontro. Alla conferenza sono intervenuti Alojz Peterle,
primo presidente del governo e della Repubblica di Slovenia, e il cardinale decano
del Collegio cardinalizio, Angelo Sodano. Nel suo intervento, il cardinale Sodano
ha ricordato che, con la caduta del Muro di Berlino, si aprì per i popoli dell’Europa
“una pagina nuova della loro storia”. Ed ha rammentato il ruolo straordinario di Giovanni
Paolo II per la conquista della libertà da parte dei popoli europei che per decenni
erano stati dominati dal regime comunista.
Per intensificare i contatti con
i vari governi “che nel frattempo prendevano le redini dei nuovi Stati – ha affermato
il porporato – il compianto Pontefice dispose che i suoi collaboratori nella segreteria
di Stato iniziassero a prendere subito dei contatti regolari con le nuove autorità”.
Fu, ha detto il cardinale Sodano, “un raggio d’azione molto vasto, anche perché con
il crollo dei vari regimi comunisti europei, veniva pure a modificarsi la geografia
politica del continente”. In quegli anni, dal 1989 al 1992, furono dunque 28 i nuovi
Stati che “in quel clima di libertà chiesero uno dopo l’altro di stabilire dei regolari
rapporti con la Santa Sede”. Si giungeva così, ha concluso il cardinale Sodano, al
“traguardo attuale: tutti i 47 Stati del Consiglio d’Europa hanno dei regolari rapporti
diplomatici con la Santa Sede”.