20 anni del Catechismo. I commenti di padre Kowalczik: le vie per conoscere Dio
Conoscere Dio: è questo uno dei temi fondamentali nella vita di ogni cristiano e su
cui si sofferma anche il Catechismo della Chiesa cattolica. Proprio la dimensione
della conoscenza di Dio viene affrontata oggi dal padre gesuita Dariusz Kowalczyk,
nella nostra rubrica dedicata ai 20 anni di questo testo fondamentale della Chiesa:
Possiamo noi
conoscere Dio solo con le nostre forze? La risposta a tale domanda può essere “si”
o “no” a seconda di come intendiamo la parola “conoscenza”. Non possiamo dare una
dimostrazione cogente dell’esistenza di Dio, perché l’Assoluto non può essere racchiuso
in nessun sistema del pensiero umano. Possiamo però conoscere Dio – come leggiamo
al numero 31 del Catechismo – nel senso di avere “argomenti convergenti e convincenti
che permettono di raggiungere vere certezze”. In altre parole, una cosa è che uno
partendo dal mondo possa arrivare alla conoscenza di Dio; un’altra: che questa conoscenza
venga trasmessa con una dimostrazione cogente all'altro.
Il Catechismo parla
pertanto non della “dimostrazione” di Dio, ma della sua “conoscenza”. Per la stessa
ragione è meglio parlare non tanto delle “prove dell’esistenza di Dio”, ma delle “vie”
che portano alla conoscenza dell’Assoluto.
Il Catechismo fa un riferimento
al libro della Sapienza in cui troviamo le parole forti: “Davvero stolti per natura
tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio e dai beni visibili non riconobbero
colui che è […] Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si
conosce l’autore” (13,1-5). Abbiamo anche l’affermazione chiara del Concilio Vaticano
I: “La santa Chiesa […] sostiene e insegna che Dio […] può essere conosciuto con certezza
con il lume naturale della ragione umana partendo dalle cose create”.
Invitati
dal Catechismo a conoscere Dio possiamo fare un esercizio che troviamo negli “Esercizi
Spirituali” di sant’Ignazio Loyola. Si tratta di osservare “come Dio abita nelle creature:
negli elementi dando l’essere, nelle piante facendole vegetare, negli animali facendogli
sentire, negli uomini facendogli intendere” (n. 235). E proclamiamo insieme al salmista:
“I cieli narrano la gloria di Dio” (Sal 19,1).