Mali: dai Paesi dell'Africa occidentale via libera a truppe del Nord
Un’operazione che coinvolgerà per un anno 3.300 soldati africani oltre a 5.000 unità
dell’esercito di Bamako per stabilizzare le regioni settentrionali del Mali: riuniti
a Abuja, i presidenti dei Paesi membri della Comunità economica degli Stati dell’Africa
occidentale (Cedeao/Ecowas) hanno dato il loro consenso unanime a un piano strategico
militare da attuare nel vasto territorio passato sette mesi fa sotto il controllo
di gruppi armati islamici e tuareg. Al vertice di Abuja - riporta l'agenzia Misna
- hanno anche preso parte esperti militari dell’Unione Europea, dell’Onu e alcuni
ministri dell’Algeria. I capi di Stato della Cedeao hanno avallato un piano – denominato
“concetto armonizzato delle operazioni per il dispiegamento di una forza internazionale
sotto la guida dell’Africa” – delineato la scorsa settimana da esperti militari maliani,
africani ed internazionali. Il comunicato finale evidenzia che “il dialogo rimane
l’opzione preferita per la risoluzione della crisi politica in Mali”, ma per quanto
riguarda la sicurezza “l’uso della forza si avvera indispensabile contro le reti terroristiche
e la criminalità transfrontaliera che minacciano la pace e la sicurezza internazionale”.
A margine dei colloqui ad alto livello è emerso che il massimo contributo militare
dovrebbe arrivare dalla Nigeria, che fornirà tra 600 e 700 soldati, seguita dal Niger,
con 500 unità. Il resto del contingente sarà costituito da truppe provenienti da altri
paesi dell’Africa occidentale – tra cui Senegal, Togo e Ghana – ma non solo; anche
Ciad, Mauritania e Sudafrica potrebbero dare un contributo mentre Francia e Stati
Uniti hanno offerto sostegno logistico e tecnico, in particolare per quanto riguarda
le forze aeree. Al termine della riunione il presidente di turno dell’organismo regionale,
l’ivoriano Alassane Dramana Ouattara, ha espresso l’auspicio che il Consiglio di sicurezza
possa dare il suo via libera al piano per un intervento “imminente”; entro il 26 novembre
l’Unione Africana lo presenterà formalmente alla massima istituzione Onu. Nel frattempo
a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, i mediatori della Cedeao “porteranno avanti
i negoziati con quei movimenti che vogliono prendere le distanze dal terrorismo” ha
aggiunto il capo di stato ivoriano. Secondo Ouattara, “la marcia verso una soluzione
politica negoziata ci consentirà di portare avanti un intervento militare in modo
più disteso e di identificare meglio i bersagli e i terroristi da combattere”. Dal
canto suo il presidente nigeriano, Goodluck Jonathan, il cui Paese deve far fronte
al gruppo estremista Boko Haram, ha avvertito che “bisogna cacciare i ribelli e gli
anarchici che hanno trasformato il Nord del Mali in una zona al di fuori della legge”,
premendo per un intervento “teso ad evitare conseguenze dannose non solo per il Mali
ma per tutta l’Africa”. Tuttavia la solidarietà dimostrata dall’Africa e dalla comunità
internazionale non coincide con un fronte altrettanto unito a Bamako, dove classe
politica e forze della società civile rimangono divise tra sostenitori della transizione,
sotto la guida del presidente Cheick Modibo Diarra, e quelli della giunta militare
che lo scorso marzo ha destituito l’ex presidente Amadou Toumani Touré. Da settimane
queste profonde divisioni hanno bloccato l’avvio del processo di consultazioni in
vista delle prossime scadenze politiche; elezioni dovrebbero tenersi nella primavera
2013. (R.P.)