2012-11-12 13:20:49

Caritas-Migrantes: "no" all'accoglienza occasionale e d'emergenza dal Nord Africa


Interventi urgenti in favore delle persone accolte in seguito all’emergenza del Nord Africa. È quanto chiedono, in un comunicato congiunto reso noto oggi ripreso dall'agenzia Sir, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes ricordando quanto espresso dalla Commissione episcopale per le migrazioni (Cemi) lo scorso 2 ottobre. I vescovi avevano manifestato la loro preoccupazione per l’approssimarsi della data del 31 dicembre 2012, quando è prevista la chiusura dell’emergenza nord africana e delle relative strutture di accoglienza: “I disagi e le numerose difficoltà burocratiche, economiche e sociali vissute dai centri e dalle comunità di accoglienza, molte delle quali nelle nostre diocesi, parrocchie e negli istituti religiosi - scrivono Caritas e Migrantes - inducono a tornare sulla prossima scadenza di fine anno per chiedere interventi volti a far uscire le persone da forme di accoglienza occasionali ed emergenziali”. Da un monitoraggio condotto dalla rete delle Caritas diocesane impegnate nell’accoglienza è emerso che circa il 60% delle persone è ancora in attesa di ricevere uno status definitivo, o di conoscere l’esito del procedimento amministrativo o di quello giudiziario. I due organismi della Cei prendono atto del recente provvedimento del Governo volto ad attivare una procedura per il rilascio del permesso umanitario, rinnovando l’istanza precedentemente negata. Si tratta però “di una procedura che rischia di essere macchinosa e che potrà essere realizzata efficacemente solo con l’apporto congiunto degli attori istituzionali e degli enti di tutela”. Da qui l’auspicio di “un intervento urgente delle Autorità competenti per l’adozione di misure volte a superare le suddette criticità, a partire dal tempestivo rilascio di un permesso di soggiorno alle persone in accoglienza, nonché la necessaria proroga dell’accoglienza per le categorie cosiddette vulnerabili. A tal fine sottolineiamo l’opportunità di un coinvolgimento delle maggiori organizzazioni di tutela per definire un piano di misure concrete da attuare nel breve periodo, così come accaduto nella fase iniziale di questa emergenza durante la quale è stata data la disponibilità all’accoglienza di migliaia di profughi”. Con i vescovi della Cemi, Caritas e Migrantes sottolineano che “la prospettiva realistica di nuovi flussi verso l’Italia di persone che vivono il dramma della fuga per ragioni politiche e religiose non permette di lasciare ulteriormente nella precarietà strutture e percorsi di accoglienza e protezione umanitaria nel nostro Paese”. (R.P.)







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