Oggi visita del Papa alla Casa-Famiglia “Viva gli anziani” sul Gianicolo
In occasione dell’Anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà fra
le generazioni, Benedetto XVI si recherà questa mattina in visita alla Casa-Famiglia
“Viva gli anziani” della Comunità di Sant’Egidio, nel suggestivo scenario del Gianicolo,
a Roma. Lucia Fiore ha chiesto a Mario Marazziti, portavoce della Comunità,
come stiano attendendo la visita del Papa:
R. – Lo attendiamo
felici e sapendo che lui sceglie di lanciare un importante messaggio al mondo su un
tema decisivo, in un mondo dove l’invecchiamento è una conquista, dove l’età si allunga,
dove il mondo contemporaneo, però, ha poche risposte. Io credo che la sua saggezza,
la sua umanità, il suo senso evangelico utilizzerà questa occasione per noi, per un’occasione
di famiglia, ma sarà sempre un grande messaggio per il mondo.
D. – Che attenzione
c’è per queste tematiche?
R. – Il mondo occidentale vede gli anni in più come
una grande conquista. Tutti vogliono vivere di più, ma poi non c’è una risposta sulla
qualità della vita, sul senso della vita, su come utilizzare questa grande occasione,
quasi che una benedizione rischi di diventare una maledizione. E’ una società totalmente
contraddittoria: il culto della giovinezza, rimanere giovani ed eterni fino a 100
anni e più, ma poi quando compaiono i problemi e l’età anziana vera, non si sa cosa
fare. Credo, quindi, che in un Paese come l’Italia, in Europa, dove noi abbiamo praticamente
– a parte il Giappone – l’allungamento della vita più consistente della storia umana,
noi sentiamo che manca attenzione a questo tema, anzi gli anziani oggi sono sentiti
quasi come un peso. In una società in crisi economica crea quasi una finta conflittualità,
e la fa diventare vera, tra giovani generazioni e anziani, quasi che gli anziani rubassero
i posti di lavoro ai giovani, mentre sono gli anziani che hanno creato il benessere
di cui i giovani oggi possono godere. Credo, allora, che con il Papa noi potremmo
offrire delle alternative, delle proposte, degli esempi. Abbiamo proprio in questa
casa, al Gianicolo, a Roma – un posto bellissimo – la prima dimostrazione per gli
anziani della bellezza e della possibilità di vivere bene, anche quando si è scarsamente
autosufficienti; poi una serie di servizi innovativi che mostrano dei modelli anche
ad una grande città come Roma e alle grandi città occidentali. Quindi, sono anche
proposte concrete per rivedere il nostro stato del welfare.
D. – Cosa chiedono
gli anziani?
R. – Gli anziani chiedono di essere pensati e trattati come persone,
chiedono silenziosamente a volte di contare per qualcuno, chiedono di non essere lasciati
soli. L’isolamento oggi è, praticamente, la concausa di morte più grave di grandi
malattie acute e crea più morti anticipate anche di gravi patologie con cui gli anziani
convivono. Quindi gli anziani chiedono dignità, chiedono di essere presi sul serio,
di non essere fatti vergognare del fatto di avere bisogno di qualcun altro per vivere
meglio. Gli anziani ci ricordano in realtà che tutti dipendiamo da qualcuno in un
mondo in cui si vende il mito dell’autosufficienza, dell’indipendenza, dell’individualismo
come se fosse un bene assoluto. In realtà, solo in misura diversa, mostrano la nostra
vulnerabilità, il bisogno di vivere insieme. Gli anziani, dunque, mentre chiedono,
sono paradossalmente una risposta anche ai nostri modelli di vita in crisi. Se noi
riusciamo a costruire una vita dove gli anziani possono vivere bene e insieme a noi,
non essere lasciati soli con le loro difficoltà in più, questo mondo, queste città
diventano più vivibili per tutti.